di Nadia Redoglia
…ma lui istituzionalmente lo nacque e sentitosi leso nel cerimoniale di corte ha infierito pubblicamente contro l’umano che si limitò a definire “solo” signora la collega del (già) sua eccellenza. Va altresì rilevato che la nomata signora non ha proferito verbo o, quanto meno, lanciato un trucido sguardo di rimprovero rivolto a quel prefetto lì. L’umano maltrattato pubblicamente (mortificazioni e umiliazioni molto in voga nelle aule scolastiche fino agli anni 50/60) è un prete che si stava prodigando affinché i principali funzionari di governo prendessero ufficialmente e istituzionalmente provvedimenti contro lo strapotere mafioso che avvelena le acque e le terre campane, sotterrando e sversando impunemente rifiuti tossici.
Se quei prefetti lì fossero stati attenti avrebbero rilevato che il sacerdote non s’era espresso con “signora camorra” proprio perché l’onore di “Signora e Signore” spetta solo per nascita e, ahinoi, sempre più a pochi privilegiati…
Il caso vuole che proprio oggi ci comunicano che molte province saranno accorpate: deduciamo che di prefetti ce ne saranno molti meno, speriamo che rimangano quelli più signori.
Già nal ’44 Luigi Einaudi pubblicò (a firma Junius) la più famosa invettiva contro l’istituto prefettizio nel quale vedeva il simbolo dell’organizzazione accentratrice dello stato italiano. Ma quanto ci prese il Signor Einaudi!