Ringraziamo Giuseppe Caccia, consigliere comunale della lista In Comune, per la chiarezza e la precisione della sua denuncia ( pubblicata di seguito). Ci impegniamo a girarla subito al ministro Passera per chiedere se ha qualcosa da dire in merito non alle”opinioni” quinriportate, ma in relazione a fatti che hanno solo bisogno di essere
smentiti oppure confermati e, in questo caso, dovranno comportare inevitabili ed immediati provvedimenti.
Nel frattempo raddoppieremo gli sforzi per invitate tutti a sostenere la sacrosanta battaglia della città di Venezia a tutela di un ” Bene comune” di inestimabile valore storico, ambientale, architettonico. Articolo21
Al Sindaco di Venezia
Interrogazione urgente a risposta scritta
IL DOTT. CIRIACO D’ALESSIO INADEGUATO AL RUOLO DI MAGISTRATO ALLE ACQUE
IL GOVERNO LO RIMUOVA PER “INCOMPATIBILITA’ AMBIENTALE”
Il sottoscritto Consigliere comunale,
premesso che il dott. Ciriaco D’Alessio, insediato – con uno degli ultimi atti del Governo Berlusconi – nel novembre 2011 nella carica di Magistrato alle Acque, autorità dipendente dal Ministero per le Infrastrutture e deputata alla salvaguardia fisica della Città e della sua Laguna, risulta inquisito e arrestato il 14 maggio 1993 a Milano, città in cui aveva ricoperto l’incarico di Provveditore alle opere pubbliche per la Lombardia, per gravi reati contro la Pubblica Amministrazione, ovvero per concussione aggravata e finanziamento illecito ai partiti, in quanto accusato di aver incassato una tangente di 400 milioni di lire da imprese private per l’assegnazione di appalti relativi alla realizzazione di opere stradali Anas, successivamente “girata” all’allora Ministro per i Lavori Pubblici on. Gianni Prandini;
che lo stesso dott. D’Alessio – come risulta dall’allegato documento del Senato della Repubblica “Richiesta di autorizzazione a procedere ai sensi dell’art. 96 della Costituzione nei confronti dell’on. Giovanni Prandini e altri” – in fase istruttoria ammetteva i reati contestatigli e in particolare di aver incassato la tangente e di “aver consegnato personalmente al Prandini somme di denaro da parte degli imprenditori”; le dichiarazioni del dott. D’Alessio contribuivano alla condanna dell’ex Ministro on. Gianni Prandini a sei anni e quattro mesi di reclusione, mentre lo stesso dott. D’Alessio evitava la condanna penale nel 2001 solo grazie alla sopravvenuta prescrizione temporale dei reati ascrittigli;
considerato che risulta stupefacente come un alto funzionario dello Stato, già ammittente gravi reati contro la Pubblica Amministrazione proprio nel campo della gestione di importanti appalti per la realizzazione di infrastrutture pubbliche, sia stato reintegrato in servizio e, sempre nell’ambito del Ministero dei Lavori Pubblici (successivamente delle Infrastrutture), gli siano stati conferiti significativi incarichi quali quello di Provveditore alle opere pubbliche per il Piemonte e la Calabria, rappresentante del Ministero dell’Interno nel Comitato per le Olimpiadi invernali di Torino, poi ancora Provveditore alle opere pubbliche in Toscana;
ritenuto che già tali precedenti dovessero sconsigliare l’allora Ministro alle Infrastrutture on. Altero Matteoli dal nominare il dott. D’Alessio all’importante e delicato incarico di Magistrato alle Acque di Venezia, autorità che deve seguire, tra le altre cose, il completamento del progetto di realizzazione delle dighe mobili per la regolazione dei flussi di marea alle Bocche di porto della Laguna di Venezia (noto come sistema Mo.S.E.), opera che comporta la gestione di imponenti flussi di risorse finanziarie dello Stato dirette al concessionario unico per le opere relative alla salvaguardia fisica della Laguna, il Consorzio Venezia Nuova;
premesso inoltre che, in assoluto spregio di qualsiasi corretta relazione istituzionale con il Comune di Venezia, il dott. Ciriaco D’Alessio, sulla base di un’interpretazione alquanto discutibile di un parere dell’Avvocatura dello Stato, interveniva direttamente sul Ministero delle Infrastrutture per ottenere una modifica legislativa che sottraesse il compendio dell’Arsenale di Venezia alla proprietà del Comune e lo riconsegnasse in gran parte allo stesso Magistrato e al Consorzio Venezia Nuova per non meglio precisate esigenze operative del sistema Mo.S.E. e altre operazioni immobiliari di carattere speculativo, che esulano dai compiti istituzionali del Magistrato e dalle competenze del Concessionario unico;
che il provvedimento legislativo di cui si è fatto promotore il dott. D’Alessio interrompe il processo di riqualificazione e recupero di un bene storico che è patrimonio inalienabile della Città di Venezia;
che, di fronte alle legittime rivendicazioni autorevolmente avanzate dal Sindaco di Venezia, il dott. D’Alessio reagiva in maniera scomposta, irrispettosa dei ruoli istituzionali e offensiva nei confronti della Città tutta – vedi comunicato all’agenzia ANSA del Magistrato alle Acque del 12 ottobre 2012;
considerato che i gravi precedenti penali, la discutibile gestione dell’intera vicenda legislativa relativa al passaggio del compendio dell’Arsenale nella piena disponibilità del Comune di Venezia e, infine, l’inaccettabile atteggiamento tenuto nei confronti delle Istituzioni locali dimostrano una complessiva inadeguatezza del dott. Ciriaco D’Alessio a ricoprire l’importante e delicato incarico di Magistrato alle Acque per Venezia, configurando una condizione di vera e propria “incompatibilità ambientale” di tale indegno funzionario dello Stato con la città di Venezia;
CHIEDE
al Sindaco di intervenire presso il Presidente del Consiglio dei Ministri e il competente Ministro per le Infrastrutture affinché il dott. Ciriaco D’Alessio sia immediatamente rimosso dall’incarico di Magistrato alle Acque di Venezia e sostituito tempestivamente con persona più consona al delicato incarico.
Giuseppe Caccia
Consigliere comunale
Lista “in comune”