Fnsi e Stampa Romana al fianco dei colleghi del Gruppo Espresso

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“La Federazione Nazionale della Stampa è al fianco dei giornalisti del Gruppo L’Espresso nella preoccupazione per la tenuta dei livelli occupazionali e per le istanze di sviluppo del gruppo in questi giorni frenate da annunciati stati di crisi all’Agl. La Fnsi ritiene che le ragioni dello sciopero debbano essere ascoltate e debbano trovare chiarimenti e risposte al tavolo di un leale confronto per il quale conferma tutta la propria disponibilità assieme ai colleghi. In una fase caratterizzata da una pesante crisi economica, il sindacato dei giornalisti auspica che l’editore voglia avviare al più presto una nuova fase di confronto con i comitati di redazione per il rilancio degli investimenti e per il rafforzamento delle testate e del lavoro giornalistico. La Fnsi, consapevole delle difficoltà di un quadro economico che si ripercuote sul mercato editoriale, è convinta che vada fatto ogni sforzo per la composizione delle vertenze e per evitare l’inasprimento delle situazioni di disagio e di conflitto che si vanno manifestando”.

Interviene anche l’associazione stampa romana. Per il segretario Paolo Butturini è “uno sciopero sacrosanto quello proclamato dai Cdr del Gruppo L’Espresso, deciso di fronte alla protervia di un’azienda che ancora una volta vuole scaricare sui giornalisti un impasse frutto della mancanza di strategie di sviluppo e di marketing all’altezza della sfida digitale. Troppo facile tagliare posti di lavoro per distribuire dividendi agli azionisti e incassare bonus di decine di migliaia di euro. La categoria e i colleghi hanno già dato negli anni scorsi, ora il management del gruppo dimostri di meritare le laute retribuzioni che percepisce e l’ingegnere De Benedetti faccia vedere che è bravo anche a inventare strategie industriali e non soltanto finanziarie. Il sindacato non può tollerare ulteriori perdite di posti di lavoro che impoveriscono il prodotto e minano l’autonomia dei giornalisti. Se si tratta di ridiscutere e rendere più efficienti, anche attraverso percorsi formativi, la professione e le organizzazioni del lavoro, nessuno si sottrarrà al confronto, ma assecondare una deriva contabile e miope sarebbe come regalare il futuro a chi non sa vedere al di la del proprio naso”.


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