Lo ripetiamo ancora una volta: sulla libertà di stampa, sul diritto di cronaca, sul diritto dei cittadini a essere informati non possiamo guardare in faccia nessuno e adottare atteggiamenti diversi a seconda di chi fa proposte restrittive. L’opposizione alle norme bavaglio della bozza di legge in discussione al Senato sulla diffamazione non è altro perciò che la prosecuzione di un’attività permanente e coerente a difesa della Costituzione, dei diritti di espressione e di informazione, con criteri di lealtà e di trasparenza. Cancellare il carcere dalle pene principali per i reati a mezzo stampa da una legge non in linea con i canoni delle democrazie avanzate e della giurisprudenza della Corte di Giustizia sui diritti umani è cosa giusta e doverosa. Scambiare questo possibile passaggio con norme bavaglio, già rigettate nei tentativi di intervento contro il diritto di cronaca in vari progetti di legge sulle intercettazioni, è insensato. Inaccettabile come allora. E questa eventualità, se ancora portata avanti, avrà le stesse risposte di allora, anche se al posto del governo Berlusconi c’è il governo Monti e anche se al posto di una maggioranza di centro destra c’è una coalizione parlamentare per un governo di necessità nazionale. La libertà dell’informazione è un bene nazionale e non di qualcuno.