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Audiweb: su sistemi rilevazione web Agcom chiese poteri a governo

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Piu’ poteri all’Agcom sulla rilevazione degli indici di ascolto e di diffusione delle piattaforme web, oggi gestite da societa’, come Auditel per la tv e Audiweb per internet, le cui governance ‘spesso non sono rappresentative dell’intero settore di riferimento’. E’ in sintesi la richiesta avanzata dalla stessa Authority per le comunicazioni nella segnalazione inviata al Governo in tema di liberalizzazioni e crescita (era ancora presidente Corrado Calabro’) nell’ambito della proposta di agenda digitale del gennaio scorso.

In sostanza, cosi’ come per Auditel, in vista dello sviluppo della comunicazione digitale – che tra l’altro sara’ al centro dei provvedimenti che arriveranno sul tavolo del governo per l’implementazione dell’Agenda digitale gia’ giovedi’ prossimo – l’Agcom ha chiesto all’esecutivo di inserire nelle misure ‘pro-liberalizzazione e pro-crescita’ una modifica importante dei suoi poteri. La possibilita’ insomma di intervenire sul delicato nodo degli indici di ascolto e diffusione: un tema caldo su cui l’ultima delibera dell’Agcom data al 2006. Poi nonostante le richieste di commissari del precedente Consiglio dell’Autorita’, come Nicola D’Angelo, piu’ nulla sul fronte delle delibere e tavoli per la riforma dei sistemi.

Nella segnalazione inviata all’inizio dell’anno al governo Monti la richiesta all’esecutivo riguarda la ‘previsione di maggiori poteri dell’Agcom in materia di rilevazioni degli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione riguardo alla governance delle societa’ di rilevazione’. Societa’ ‘che spesso non sono rappresentative – si legge nel documento – dell’intero settore di riferimento e non riflettono lo sviluppo tecnologico del settore di rilevazione’.

Spiega l’ex commissario Agcom Nicola D’Angelo: con l’attuale sistema di rilevazione, da Auditel a Audiweb, ‘arriviamo al paradosso tutto italiano che alla diminuzione degli indici di ascolto corrisponde un aumento degli introiti pubblicitari per la tv, il che e’ perlomeno singolare’. Il problema, prosegue conversando con l’Adnkronos, e’ ‘che cosi’ come sono adesso i sistemi di rilevazione possono alterare la concorrenza del mercato pubblicitario’. Un discorso che, per l’assetto delle societa’ di rilevazione cui l’Agcom impone una serie di ‘paletti’ soprattutto in termini di rappresentativita’ nella governance, vale per tutti i mezzi di comunicazione.

Per internet pero’ il problema e’ amplificato dallo sviluppo sempre piu’ evidente del mezzo, a fronte del calo degli investimenti pubblicitari su stampa e tv. Il web ha infatti una crescita del 30% annuo in termini di pubblicita’ giungendo secondo tra i mezzi piu’ amati dai pubblicitari subito dopo la tv. Tuttavia per il web, cosi’ come per gli altri mass media, dalla televisione alla radio, vige un sistema di rilevazione ‘governato’ da una delibera dell’Autorita’ per le comunicazioni che risale al 2006: in cui, in sostanza, vengono fissate le regole della governance delle societa’ che compiono la rilevazione. Nel caso di internet la societa’ e’ Audiweb: e’ una societa’ partecipata da Fedoweb (50%), associazione di editori online, da Upa, Utenti Pubblicita’ Associati (25%), che rappresenta le aziende nazionali e multinazionali che investono in pubblicita’ e da Assap Servizi, l’azienda di servizi di proprieta’ di AssoComunicazione (25%), associazione delle agenzie e centri media operanti in Italia.

Si configura quindi come una Joint Industry Committee con la partecipazione delle associazioni di categoria di tutti gli operatori del mercato. E’ gestita da un Consiglio di Amministrazione affiancato da un Comitato Tecnico che ha funzioni propositive e consultive in relazione all’impostazione delle rilevazioni, delle ricerche e della diffusione dei dati ottenuti.

I costi per partecipare a Audiweb variano a seconda delle aziende richiedenti: nell’ultima nota inviata all’Agcom lo scorso marzo la societa’ riporta i costi dei servizi. Per gli Utilizzatori i costi dei servizi sono: Audiweb Report, gratuito, previa registrazione elettronica sul sito www.audiweb.it ; Audiweb View, Audiweb Trends, Audiweb Database, Euro 50.000. Se l’azienda che richiede il servizio non e’ una media company, ovvero non percepisce ne’ direttamente ne’ indirettamente ricavi di qualsiasi natura dal mezzo internet, allora puo’ accedere al servizio al costo di 25.000 Euro, sempre secondo quanto si legge nella nota del 9 marzo scorso.

In ogni caso, secondo elaborazioni contenute nell’ultimo Rapporto dell’Authority sulle comunicazioni in Italia, la pubblicita’ su internet ha un altissimo tasso di potenzialita’ visto che rispetto ad altri paesi, come la Gran Bretagna, il ricavo in termini di pubblicita’ per 100 pagine visitate da un utente britannico e’ tre volte superiore a quello italiano.

In Italia infatti la pubblicita’ online genera ricavi per 1 mld con 26,24 milioni di utenti che ogni anno visitano 57,2 miliardi di pagine internet. Cio’ si traduce tuttavia ‘solo’ in un ricavo di 1,75 euro per ogni 100 pagine visitate e di 38 euro per ogni utenti. In Germani i ricavi sono a quota 3,6 mld con un numero di pagine viste piu’ di 2 volte superiore (127 miliardi) e un numero di utenti di 47,8 milioni. Cio’ si traduce in ricavi di 2,86 euro per 100 pagine viste e 76 euro a utente. Ancora maggiore il rapporto nel Regno Unito: questi valori sono rispettivamente 4,7 miliardi di ricavi in pubblicita’ online con 91,2 miliardi di pagine viste da 39,543 milioni di utenti.
Il ricavo per 100 pagine viste daun utente britannico e’ tre volte superiore a quello italiano, 5,15 euro cosi’ come il ricavo per utente e’ piu’che triplo attestandosi a 119 euro. ( fonte Adnkronos)


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