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Armi: F-35, bugie d’alta quota

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L’aumento è notevole: da 80 a 127,3 milioni di dollari per aereo. Se va bene. Perché in una variante più sofisticata si arriva a 137,1 milioni per velivolo. Mica poco in tempo di spending review. Gli F-35 sono aerei prodotti dal colosso statunitense Lockheed Martin. Chi li costruisce e chi li compra li definisce pudicamente mezzi multiruolo. In realtà sono aerei versatili che possono sia difendere (comportandosi dunque da caccia) che attaccare (alla stregua di veri e propri bombardieri; magari portando anche ordigni nucleari). Soprattutto sono pozzi senza fondo. Costano un occhio della testa.

Rete disarmo, Sbilanciamoci, la Tavola della pace (sempre appoggiati in questa battaglia da una parte significativa del mondo cattolico) lo sostengono da tempo, ripresi con puntualità da Famiglia Cristiana. Ora la conferma è ufficiale. L’ammissione dell’impennata della spesa viene direttamente dal generale Claudio  Debertolis, segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, che lo ha dichiarato in una lunga intervista al magazine Analisi Difesa.

Esistono due versioni di F-35: una a decollo convenzionale, per operare da basi terrestri (Ctol); un’altra a decollo corto o verticale e atterraggio verticale (Stvol) per portaerei ovvero per  piste di fortuna. Nel corso dell’intervista, il generale Claudio Debertolis, dichiara testualmente: «Al momento, le stime per i Ctol prevedono un costo unitario e attualizzato di 127,3 milioni di dollari (99 milioni di euro, ndr.).  Per quanto riguarda gli Stvol, l’Italia incomincerà ad acquisirli a partire dal 2015. Per quell’anno il costo stimato del velivolo a decollo corto ed atterraggio verticale è di 137.1 milioni di dollari (106,7 milioni di euro di oggi)».

Nel febbraio-marzo 2012, i vertici politici della Difesa sostenevano con determinazione che il prezzo unitario sarebbe stato di 80 milioni di dollari, non un centesimo di più. Dai dati ufficiali forniti dal generale Debertolis, invece, si evince come il progetto F-35 veda crescere costantemente le spese rispetto a quanto ipotizzato all’inizio, analogamente come è già avvenuto nel passato per altri aerei (a suo tempo il Tornado e poi l’Eurofighter). Sarebbe ora che il Governo e il Parlamento mostrassero senso di responsabilità almeno nei confronti dei cittadini italiani costretti a forti tagli e a grandi sacrifici rivedendo la propria decisione.

*coordinatore nazionale della Tavola della pace

Fonte: www.famigliacristiana.it


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