C’è una Sicilia che brucia per i mille fuochi appiccati dai servi sciocchi di ‘sta cosa vecchia che ha nei “piccioli” il suo dio. C’è una Sicilia che brucia d’ardore, indignazione, voglia di cambiamento innescati dai mille fuochi degli uomini di buona volontà. Dei Siciliani di buona volontà. Oggi, per noi Siciliani, noi Italiani che non abbiamo mai voluto aver a che fare con cose loro, nuove, vecchie, grigie, mani nere, mani sporche, mani legate e massomafie via elencando… oggi è dì di festa. Oggi Pino Maniaci inaugura la nuova sede di Telejato aperta all’esperienza di Telejovani.
E’ un grande giorno. Perché neppure le fiamme appiccate ai ripetitori del segnale di questa piccola grande Tv di Partitico hanno potuto spegnere la passione di Pino Maniaci e della sua famiglia. A chi brucia il successo di Telejato?
A chi brucia il successo di una piccola tv a conduzione familiare pronta ad espandersi su tutta la provincia di Palermo e poi Trapani e Agrigento? Le province storiche dell’Onorata Società siciliana prima e di Cosa Nostra dopo l’arrivo dei mmirricanidopo lo sbarco delle truppe alleate in Sicilia.
Brucia nel peperone di chi vuole la Sicilia condannata al silenzio, a parole neghittose e mistificatorie. A chi vuole la Sicilia inesorabilmente condannata al flagello della peste mafiosa.
“Sinché vi saranno i flagelli nessuno sarà libero” scriveva Albert Camus. I Siciliani liberi come Pino Maniaci e il suo direttore responsabile, Riccardo Orioles, lo sanno benissimo. Lo sanno i magistrati, i carabinieri e i poliziotti che nell’editore-narratore di Telejato hanno trovato sempre un alleato sincero e disinteressato.
Lo sanno. Lo sappiamo.
Ecco perché oggi siamo a Partitico. Perché articolo 21 è sempre presente laddove c’è un flagello da combattere. Con fragore, se necessario. Mai col bavaglio o col silenzio.
Pino Maniaci è il candidato naturale al premio per la libertà di stampa che Articolo 21 assegnerà nel corso dell’assemblea di Acquasparta a novembre. Come componente del consiglio di presidenza di Articolo 21 dichiaro già d’ora il mio voto a favore di Pino Maniaci. Ma sono certo che non ci sarà bisogno di votare e che tutti vorranno sottolineare con il nostro riconoscimento l’attività di frontiera di Pino Maniaci. Pino è un invadente, irruente, irriverente narratore di verità scomode. Non ambisce a riconoscimenti. Aspira alla comprensione. Chi ha bruciato le antenne di Telejato ha compreso il suo potenziale molto meglio di noi che ci interroghiamo sul futuro della Rai ma talvolta dimentichiamo che in Italia ci sono mille fuochi accessi, mille piccoli Maniaci che fanno servizio pubblico e lo fanno spesso a spese loro e delle loro belle e comprensive famiglie.
Il nostro grazie a Pino Maniaci non sarà di circostanza. Sarà l’occasione per riflettere sulla lezione che ci viene dai confini con l’impero del Male dove mille piccoli grandi uomini e donne difendono non solo la nostra libertà ma quel che resta della nostra dignità.
Ecco perché siamo a Partitico e ci saremo sempre, al fianco di Pino Maniaci.