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18 ottobre: 6° giornata europea contro la tratta di esseri umani

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di Fabio Bellumore
Il traffico di esseri umani è un’industria illegale che genera miliardi di dollari sfruttando uomini, donne e bambini. Si ritiene che quasi l’80% dell’intero racket della tratta nel mondo sia per sfruttamento sessuale, con circa il 20% di vittime bambini. Il traffico di persone  opera come un business globale, che non si limita a determinate aree geografiche, come i “Paesi in via di sviluppo”, ma colpisce quasi tutti i Paesi del mondo.ECPAT plaude l’impegno dell’Europa, che ha adottato da poco “la strategia verso l’eliminazione della tratta di esseri umani 2012-2016” e rilancia la sua analisi sulle misure da prendere in Italia. Punto di vista privilegiato è quello di Marco Scarpati, presidente di ECPAT-Italia, da ieri  al Parlamento inglese, per affrontare i temi della lotta alla tratta di esseri umani in Europa. Da Londra arrivano i complimenti del ministro degli Esteri britannico, che afferma che senza ECPAT la lotta alla tratta di esseri umani e bambini, a scopi sessuali, sarebbe molto indietro.

Rotte e dati europei. In Europa, quasi tutti i Paesi, del Sud e del Nord, sono mete di tratta di esseri umani (tra cui bambini, a fini di sfruttamento sessuale. Le vittime provengono dall’ Asia orientale, Sud America e Africa occidentale, in particolare dalla Nigeria, ma soprattutto dal Centro e dal Sud e dall’ Est Europa: Albania, Romania, Lituania, Bulgaria. Non sono rari i casi di minori trafficati a scopi sessuali, verso l’Europa occidentale, dall’Ucraina, Moldavia e Russia.  Secondo una stima dell’UNODC tra il 2008 e il 2010, il 79% delle vittime di traffico in Europa erano donne, di cui il 12% minorenni. Gli uomini, il 21%, di cui 3% minorenni.

Rotte e dati italiani. L’Italia continua ad essere Paese di transito e destinazione per donne, bambini e uomini (per scopi sessuali e lavoro forzato). Le vittime vengono dalla Romania, Nigeria, Marocco, Albania, Moldavia, Russia, Ucraina, Bulgaria, Cina, Bielorussia, Brasile, Perù, Colombia, Kazakhstan, Kirgystan, Pakistan, Bangladesh, ed Ecuador. I minori trafficati provengono prevalentemente dalla  Romania e dalla Nigeria – prevalentemente per scopi sessuali e lavoro, sebbene inizino ad essere coinvolti anche nella criminalità. Molti dei minori maschi – trafficati per scopi sessuali – sono Rom, Romeni e Marocchini. Tra il 2004 e il 2010 sono stati 5666 gli indagati per reato legato al traffico di persone. Secondo una recente stima, nel nostro Paese, sono circa 2000 i minori fatti prostituire; tra il 7 e il 10% sulla base delle stime della prostituzione adulta.

ECPAT e la strategia dell’Europa. Il piano per l’eliminazione della tratta di esseri umani, adottato il 19 giugno 2012 dalla Commissione europea si basa su cinque priorità fondamentali: una migliore identificazione e protezione delle vittime; perseguimento crescente di trafficanti; sviluppo di sistemi di protezione dell’infanzia; creazione di unità nazionali preposte all’applicazione della legge sul traffico di esseri umani; la creazione di squadre investigative comuni, comprese le autorità nazionali e le agenzie dell’UE. Il gruppo delle ECPAT d’Europa chiede alla Commissione che la strategia tenga conto dei minori. Secondo una prima analisi, essa appare troppo focalizzata sugli adulti. ECPAT chiede in fase di ricerca venga fatta distinzione tra: a) domanda a scopi di sfruttamento lavorativo b) domanda per sfruttamento sessuale c) domanda di minori a scopi di sfruttamento sessuale.

ECPAT-Italia a Londra. Dal 16 ottobre, è in corso un seminario organizzato dall’unione interparlamentare, a Londra, alla House of Parliament. Il tema e’ la lotta alla tratta di esseri umani in Europa. Sono stati invitati parlamentari europei e una quindicina di esperti, tra cui il presidente di ECPAT-Italia, Marco Scarpati. Afferma Scarpati “C’e’ una maggiore attenzione a quello che ECPAT dice da anni: seguire i soldi. Lo sfruttamento e il traffico di esseri umani lo si fa perché si guadagnano moltissimi soldi. Il crimine organizzato lo fa per quello. Allora occorre attrezzarsi affinché i soldi possano essere seguiti nei vari passaggi da nazione a nazione, così come il crimine stesso. Se l’Europa non si attrezza in questo è inutile persino entrare in gara”. In apertura dei lavori il ministro degli Esteri britannico, ha fatto i complimenti ad ECPAT dichiarando che senza ECPAT, in Europa, la lotta contro la tratta di esseri umani e di bambini ai fini della prostituzione sarebbe molto più arretrata.

ECPAT e il lavoro da fare in Italia. All’inizio dell’anno, dal dipartimento delle Pari Opportunità, era arrivato l’annuncio che nell’anno sarebbe stato varato il Piano Nazionale Antitratta e sarebbe stato riattivato l’Osservatorio. Non se ne ha ancora notizia. In materia di prevenzione è necessario lavorare con le comunità d’origine, dove spesso con l’inganno e false promesse, i  minori sono portati via. Su territorio nazionale sono poche le strutture in grado di accogliere e fornire assistenza adeguata alle vittime di tratta sfruttate sessualmente. Spesso questa “tipologia di vittime” viene distribuita all’interno di centri antiviolenza o in casa-famiglia con minori che hanno avuto problemi di altro genere (giustizia, disagio, abbandono etc..). Recepire la Direttiva Europea 2011/36, concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, è l’altro obiettivo. Il termine di recepimento è il 6 aprile 2013.

I progressi in materia di lotta alla tratta di minori. Dal 2009 al 2012 ECPAT International e The Body shop hanno realizzato una campagna mondiale sul traffico di minori a scopi di sfruttamento sessuale. Sono state raccolte oltre 7milioni di firme nel mondo, 2,3 milioni in Europa. Sono stati monitorati i progressi di 42 Paesi e consegnato il report alle Nazioni Unite. Alcuni dati: 4 i Paesi che hanno ratificato il Protocollo opzionale sulla vendita di bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia rappresentante bambini,  3 i Paesi che si sono impegnati pubblicamente per farlo in tempi piuttosto celeri; dall’inizio della campagna sono 4 i Paesi che hanno adottato il Protocollo delle Nazioni Unite sulla Tratta;  8 i Paesi che stanno rivedendo le normative in materia; incremento del 23% del numero di Governi che ha realizzato  delle campagne di sensibilizzazione specifiche; raccolti oltre 3milioni di dollari per progetti di prevenzione e recupero delle vittime.


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