L’Ordine dei giornalisti si batte tenacemente per ottenere la legge sull’equo compenso. L’obiettivo è mettere fine allo sfruttamento di migliaia di giovani professionisti, uno scandalo per l’editoria e la democrazia italiana. Il precariato e i compensi iniqui stanno diventando la regola, non l’eccezione, con il risultato di negare il futuro a trentenni e quarantenni e di negare una informazione di qualità ai cittadini di un Paese nel quale conflitti di interesse e oligopoli mettono in dubbio il pluralismo e la correttezza dell’informazione. Senza equo compenso c’è insomma meno libertà. Non vogliamo giornalisti eroi, vogliamo giornalisti formati con rigore e serietà, i grado di garantire notizie corrette e verificate. Chiediamo al Parlamento e agli editori di contribuire a questo obiettivo, essenziale per un Paese poco quotato nelle classifiche mondiali sulla libertà di stampa. Si voti dunque la legge senza indugi e sotterfugi, garantendo la prima delle riforme indispensabili ai professionisti italiani che attendono vanamente da ani anche quella dell’Ordine.
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