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LUCIA ANNUNZIATA: “Bisogna sapersi evolvere negli strumenti di informazione, pena la morte”

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Un nuovo giornale arricchisce il panorama informativo italiano: è l’Huffington Post Italia. Un giornale speciale, innovativo, che si legge gratis solo via Internet. Un quotidiano “figlio del suo tempo” che unisce le professionalità tradizionali del giornalismo con le tecniche avanzate del Web. La Rete sarà il mondo di appartenenza dell’edizione italiana di Huffington Post, diretto da Lucia Annunziata; e il “popolo di Internet” il suo primo fruitore, un mercato particolare in cui confrontarsi direttamente con il pubblico e dal quale ricevere anche spunti, contributi, giudizi, senza barriere o mediazioni.

Lucia è stata scelta dalla fondatrice dell’HuffPost americano, Arianna Huffington, per il suo curriculum di giornalista indipendente ed autorevole, con “la schiena dritta” di fronte ai potenti di turno, che si chiamino Berlusconi o altro. Giornalista nata al Manifesto, poi inviata speciale nei punti più “caldi” del mondo per Repubblica, quindi editorialista al Corriere della Sera e alla Stampa, ha diretto il TG3, è stata presidente della RAI e ha condotto per diverse stagioni il programma informativo di punta di Raitre “In mezzora”.

Abbiamo scambiato con lei alcune domande.

Lucia come commentare questo passaggio dal giornalismo tradizionale a quello della “Rete”?
“Il giornalismo è sempre la stessa cosa, anche perché i fondamentali sono sempre la stessa cosa. Non importa come li coniughi. Sono già passata dalla carta stampata alla tv. Bisogna sapersi evolvere negli strumenti, pena la morte. L’importante è quello di essere credibili, fare le cose giuste ed essere affidabili”.

Mi ha colpito che, dopo il tuo editoriale e quello della fondatrice Arianna, il primo blogger ad apparire sia Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, ucciso dalla violenza dei suoi carcerieri, che è anche una bandiera di Articolo 21.
“Se c’è un testimonial involontario, indipendentemente da noi, è Ilaria, una persona buona, un classico cittadino vittima di una violazione di diritti molto profonda. Utilizzando internet al di qua e al di là della politica è riuscita a mettere in piedi una fortissima esigenza di libertà e di rispetto dei diritti. Non si è affidata ad un partito, ma la sua richiesta di diritti da cittadina l’ha affidata ad internet. Ecco, nel passaggio dai partiti alle voci individuali, internet è perfetto per potenziare queste voci”.

Tu hai rivestito dei ruoli di alta responsabilità in RAI. Ora siamo in un momento di forte crisi, si parla di ristrutturazione, tagli delle risorse e riduzione del personale. Cosa pensi si debba fare?
“Non è quella la strada da intraprendere! Credo che la RAI debba rivoluzionarsi.La RAI ha al suo interno il più grosso potenziale internet di tutta Italia: video-giornalisti, redazione 24 ore su 24, l’ipertestuale con Televideo, e una sorta di agenzia interna. Penso perciò che il primo che rafforza tutto questo attraverso Internet non avrà competitor. La RAI se si organizza tecnicamente, sulla carta non ha davvero competitori con nessuno.
Non è questione di tagliare risorse o personale, ma  di riuscire a trovare i meccanismi per competere, basta avere una nuova visione”.

Un grande in bocca al lupo da Articolo 21  per la tua nuova avventura, allora.
“Grazie di cuore. Ed io rivolgo l’invito ad Articolo 21 di utilizzare la nostra piattaforma per far conoscere le vostre idee e le vostre battaglie”.


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