“Make school, not war”

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Make school, not war. Con questo slogan questa mattina, come nei giorni passati nelle regioni dove la campanella è già suonata per la prima volta, gli studenti si sono mobilitati per il primo giorno di scuola a Roma, di fronte all’Istituto Margherita di Savoia, portando davanti alle scuole due carrelli della spesa uno contenente gli investimenti che servirebbero all’Italia, investimenti sulla scuola, sull’istruzione, sull’università, sulla ricerca…

uno contenente quelle che a quanto pare sono le priorità di spesa di questo
governo, armi, e guerra.
Facciamo la scuola, non la guerra, rendiamo la scuola una priorità, un
investimento per il futuro del Paese.

Di fronte all’ennesimo crollo di una scuola dovuto all’assenza di
manutenzione e monitoraggio come quello avvenuto a Cordenons, ci sembra
evidente come nonostante i molti annunci fatti da questo Governo la
condizione delle scuole in Italia non sia affatto migliorata.

E non solo da un punto di vista strutturale. Anche quest’anno gli studenti
italiani stanno tornando fra i banchi in condizioni disastrose.
Le classi pollaio sono ormai la normalità all’interno delle nostre scuole,
il caro libri ed i costi della scuola stanno mettendo in ginocchio
moltissime famiglie italiane, continua ad essere assente un sistema di
diritto allo studio nazionale, i servizi per gli studenti, dai trasporti
alle mense, stanno ormai divenendo inaccessibili per molti studenti, il
nostro sistema didattico è fra i più arretrati d’europa, i nostri programmi
non sono aggiornati, i nostri laboratori continuano a rimanere chiusi a
causa dell’assenza di fondi.

Questo è lo scenario in cui ritroviamo, ed in questa situazione i computer
promessi dal Ministro Profumo non ci danno alcun sollievo.
Chiediamo a questo Governo e al Ministro Profumo qualità e investimenti,
chiediamo di portare la scuola italiana veramente in Europa, e se il
problema sono i soldi, come ci viene ripetuto in continuazione, che si
stabilisca quelle che sono le vere priorità dell’Italia, che si trovino
fondi ad esempio da quelle spese militari che nei prossimi due anni
aumenteranno di altri 12 miliardi di euro.

Una scuola di qualità ce la chiede l’Europa, e noi la chiederemo con forza
a questo governo, in un percorso di mobilitazione che è partito in questi
giorni di fronte alle scuole di tutta Italia e che continuerà nelle
prossime settimane, fino al *12 Ottobre, data di mobilitazione nazionale
studentesca*, in cui gli studenti di tutta Italia scenderanno in piazza per
portare le loro proposte, le loro idee e le loro denunce.

*L’autore è portavoce della Rete degli studenti medi


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