Luce, spazio e materia. La Triennale di Milano mette in mostra le opere di Gino Sarfatti, pioniere del design italiano e fondatore di Arteluce. Oltre 230 lampade, tra le 600 disegnate, raccontano questo pioniere dell’illuminazione che era anche mio padre. Ho potuto conoscerlo solo per pochissimo tempo, ma le sue lampade, che da sempre contraddistinguono gli ambienti in cui vivo, me lo ricordano ogni giorno. L’esposizione, visitabile fino all’11 novembre, è curata da Marco Romanelli e Sandra Severi Sarfatti, che con passione e determinazione hanno lavorato a questo progetto per cinque anni. L’allestimento, minimale e raffinato, proprio come mio padre, ne ripercorre la storia professionale, che si intreccia con quella del nostro Paese. Gino Sarfatti, nato a Venezia da padre ebreo sefardita e madre cattolica, progetta la sua prima lampada nel 1930. Studiava ingegneria aeronavale, ma lo “stop alle navi” imposto dalla Società delle Nazioni manda in fallimento le attività della sua famiglia. Lavora come garzone per un amico del padre, che gli chiede di riparare un paralume, ma lui decide di riprogettare tutta la lampada. Nel 1939 fonda Arteluce, l’azienda che condurrà fino al 1973, anno della cessione a Flos. Durante la guerra è costretto a fuggire in Svizzera, per evitare le leggi razziali. Torna in Italia nel 1945 e comincia a progettare luci per le case degli italiani che uscivano dal conflitto, vuole mettere l’illuminazione al servizio dell’umo. “Le lampade non devono essere belle-amava dire-In natura non esiste il bello non esistono il bello e il brutto. E’ bella la farfalla ed è bello il rospo. La farfalla è fatta per volare sui fiori. Il rospo per nuotare nello stagno”. Arrivano poi un nuovo stablimento e un nuovo negozio, premi prestigiosi e le commissioni per illuminare navi storiche come l’Andrea Doria, la Michelangelo e la Raffaello. Nel 1973 è la volta della “Nuvola”, disegnata per il teatro Regio di Torino, non più una lampada, ma una vera e proprio progetto d’illuminazione d’ambiente. Vederlo è stata una delle più grandi emozioni della mia vita. Oggi il design è uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese, a livello economico e di immagine. E’ una parola spesso abusata, una materia a volte venerata, ma che prima di tutto andrebbe conosciuta nelle sue origini e attraverso i suoi maestri. Per questo credo, al di là della vicenda personale, che l’opera di mio padre Gino Sarfatti vada conosciuta.
Triennale di Milano
Gino Sarfatti, il design della luce
21 settembre – 11 novembre 2012
Martedì – Domenica 10.30 – 20.30
Giovedì 10.30 – 23.00
http://www.triennale.it/