“Il cinema è uno strumento potente per arrivare alla gente. Il film di Marco Bellocchio “Bella Addormentata” è un’opera di splendida immaginazione creativa per far sapere e aprire un approfondimento sul diritto all’autodeterminazione contro l’accanimento terapeutico ”. Beppino Englaro, senza incertezze, sereno, forte, con la tenacia mai fiaccata da 18 anni di lotta per ottenere il riconoscimento al diritto sancito dalla Corte di Cassazione per sua figlia Eluana a una morte naturale, ha partecipato per la prima volta a Udine a un dibattito pubblico accanto al regista Marco Bellocchio e all’attrice Alba Rohrwacher prima che l’opera venisse proiettata nella sala gremita del cinema Visionario.
Nel capoluogo friulano il clamore non è di casa, la gente è riservata, esprime con pudore la sua sincera vicinanza a questo padre che da solo ha sofferto e combattuto. “Nessuno poteva entrare nella storia di Eluana, tema di confine fra vita e morte, meglio di Marco”, ha spiegato Englaro. Vedendo il film non mi aspettavo niente di diverso da quanto ho visto e non c’è stato bisogno che ci parlassimo prima, che gli raccontassi. Lui ha lavorato senza condizionamenti in piena libertà.
In Italia c’è tanta disinformazione sul tabù della morte, sul potere infernale della medicina quando arriva a situazioni che altro non sono se non una rianimazione a oltranza fallita. I suoi racconti mi hanno emozionato e ho rivissuto certi momenti, ma sono sicuro che il suo film servirà affinché altri non debbano passare quello che ho passato io.” L’opera di Marco Bellocchio è l’intreccio di tre storie raccontate con equilibrio, rigore narrativo nella semplicità raffinata e intensa di passioni estreme. Il pubblico friulano, dopo il successo sancito a Venezia con 16 minuti di applausi finali, ha fatto sentire il suo calore e affetto a Beppino Englaro, che in queste terre ha le sue radici, e al maestro del cinema italiano e internazionale Marco Bellocchio. Aveva fatto lo stesso nel 2009 e anche durante i giorni in cui sono state girate le scene davanti alla clinica La quiete. La politica si era divisa all’arrivo di Eluana nell’ospedale della terra di confine e di culture diverse all’estremo Nord-est. Tanto che il sostegno al progetto da parte della Film Commission potrebbe portare alla soppressione di una realtà di crescita non solo cultura ma anche economica. “La regione Friuli Venezia Giulia, ha ricordato Federico Poillucci presidente della Film Commission, ha partecipato alla realizzazione della pellicola con 150 mila euro ma il ritorno è stato non solo di immagine e di valore etico nel trattare il difficile tema, ma anche di investimenti sul territorio di circa 2 milioni di euro. Eppure ci vogliono cancellare perché costiamo troppo”.
Per Beppino Englaro “i politici hanno dato il peggio di loro stessi durante tutta la vicenda. Certo ci sono stati esempi positivi, ma pochi, i più hanno agito in modo scomposto, lontani dai cittadini. Politici che aggiunge Bellocchio hanno mostrato inadeguatezza e incapacità di essere vicino ai cittadini e nessun volontà di lasciare il loro potere.
“I personaggi, magistralmente interpretati, seguono il battito della vita, ha spiegato Bellocchio, nel percorso fra vita e morte percorrono tracce anche contraddittorie che non hanno bandiere o punti di vista preconcetti da seguire o sostenere”. Tre storie al confine, unite dal rivendicare il rispetto della dignità del singolo senza imposizioni ideologiche o prevaricazioni della scienza sull’umano, diritto, non solo laico, a una morte naturale.
A un ritorno nella casa del padre per il Cardinale Carlo Maria Martini che si era espresso a favore del progresso delle capacità terapeutiche della medicina sottolineando come le nuove tecnologie “richiedano un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando ormai non giovani più alla persona”. La sua scomparsa, ha commentato Beppino, avvenuta in concomitanza con l’uscita del film mi ha molto colpito.”