di Matteo Finco*
Il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Silvio Marco Guarriello, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’imprenditore Tommaso Verazzo, con l’accusa di calunnia ai danni del giornalista Enzo Palmesano (nella foto). Il giornalista ha querelato Verazzo poiché questi nel 2007 l’aveva denunciato pretestuosamente per diffamazione e il giudice ha archiviato la querela giudicandola infondata.
La diffamazione inesistente. Verazzo aveva presentato una querela-denuncia nei confronti del cronista a luglio del 2007, accusandolo di diffamazione a mezzo stampa, per un articolo pubblicato sul Giornale di Caserta il 28 giugno 2007, intitolato “Summit Ligato-Verazzo alla villa bunker”. Verrazzo sosteneva di non aver incontrato il boss Pietro Ligato di Pignataro Maggiore e negava anche di essere coinvolto nella realizzazione di un inceneritore: fatti che Palmesano aveva descritto nel suo pezzo.
“Eventi in realtà veri”, ha scritto il Pm nella richiesta di rinvio a giudizio: perché Verazzo stesso li avevi confermati in un interrogatorio reso nell’ambito di un altro procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Napoli. Ma anche perché erano stati accertati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere in un ancora diverso procedimento, il numero 16997/2007 denominato “Biopower 1”, che indaga su un giro di tangenti legato alla costruzione di una centrale a biomasse sul territorio di Pignataro Maggiore.
Interrogato a Napoli, lo stesso Verazzo ha ammesso invece di aver avuto un colloquio con il camorrista Pietro Ligato: la testimonianza ora è confluita in un procedimento a carico dell’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica. Magliocca, assolto in primo grado, dovrà affrontare probabilmente il processo d’appello, come richiesto dal pubblico ministero Giovanni Conzo.
La denuncia-querela di Verazzo non è stata giudicata fondata dai magistrati di Napoli: il pubblico ministero Ivana Fulco ha chiesto l’archiviazione, che è stata disposta il 30 giugno 2011 dal giudice per le indagini preliminari Paola Russo.
La contro-querela. Quindi, lo scorso settembre, Palmesano ha deciso di rivalersi su Verazzo, accusandolo di calunnia, proprio perché, sostiene il giornalista, l’imprenditore lo ha accusato di mentire pur sapendo benissimo che ciò che contestava era vero. Il mese scorso è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio del pm. Il prossimo 21 novembre il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Giuseppe Meccariello, deciderà se istituire, o meno, il processo. Verazzo rischia così fino a due anni di reclusione, come stabilisce l’articolo 368 del Codice penale, che definisce la calunnia il reato per cui qualcuno “incolpa di un reato taluno che egli sa innocente”.