Quell’orrore ebbe luogo grazie alla copertura dell’esercito israeliano che occupava militarmente Beirut. Tanto che una commissione d’inchiesta israeliana costrinse l’ideatore e gestore di quell’occupazione, Ariel Sharon, a dimettersi da ministro della difesa. Un film israeliano, “Waltz with Bachir”, ricostruisce magnificamente, tragicamente, quella pagina che il tempo non deve cancellare.
C’è un aspetto però che raramente viene ricordato. Questo: il comandante maronita che guidò i suoi a stuprare, massacrare senza pietà, anzi, ridendo, come certificato proprio dalla commissione d’inchiesta israeliana, è ben noto a tutti, si chiamava Hobeika.
Proprio lui, Hobeika, nel Libano pacificato nel 1989 e occupato militarmente dalla Siria, è stato ministro gradito proprio ai siriani, dal 1990 fino al 2000. Hobeika infatti fu amnistiato e diventò, per paradosso, subito dopo la guerra ministro per i Profughi! Ancora più agghiacciante la scelta successiva: i siriani lo videro bene, dall’ottobre del 1992, ministro degli Affari Sociali e dei portatori di handicap.
Gli fu quindi assegnato in una successiva fase il ministero dell’Elettricità e delle Acque nel 1996, un periodo che vide massicci tagli di corrente elettrica.
Soltanto nel 2000 Hobeika perse il suo seggio parlamentare, e di conseguenza l’immunità. Nel giugno 2001, Chebli Mallat, un avvocato di sinistra maronita, intentò un’azione legale contro Hobeika in Belgio, in base alla legge che permetteva di perseguire stranieri per crimini commessi contro l’umanità. Il caso fu più tardi lasciato cadere, dal momento che in Belgio quella legge fu emendata in senso assai più restrittivo.
Troppi dimenticano l’orrenda connection tra Hobeika e la Siria degli Assad, anche oggi, anniversario del massacro, della carneficina che lui guidò con il sorriso sulle labbra.