La crisi continua a minacciare la cultura, anche nelle sue più storiche e vivaci espressioni. Dopo circa quarant’anni dalla sua istituzione e forte di una incessante attività culturale che, raccolta l’eredità di Luigi Tenco, ha valorizzato la canzone d’autore “ricercando anche nella musica leggera dignità artistica e poetico realismo” – questo si legge nello statuto del Club Tenco – la “Rassegna della canzone d’autore” che si tiene annualmente all’Ariston di Sanremo rischia di saltare!
Il festival, conosciuto sinteticamente ai più come “Premio Tenco”, nelle varie edizioni ha visto alternarsi personaggi di grandissimo livello, sia italiani che stranieri, meritandosi un ingresso trionfale tra le più prestigiose manifestazioni musicali internazionali. La “Rassegna della canzone d’autore”, ad essere precisi, prevede due sezioni distinte: il “Premio Tenco”, attribuito alla carriera di artisti (soprattutto internazionali) dal comitato direttivo del Club, e le “Targhe Tenco” assegnate da una vasta giuria di giornalisti ai migliori dischi italiani della stagione. Da Nanni Ricordi a Dario Fo a Roberto de Simone a Sergio Bardotti, fino a Cesaria Evora, Mercedes Sosa, Dulce Pontes, Horacio Ferrer… i Premi Tenco, massimo riconoscimento del Club, hanno permesso l’incontro tra un pubblico, sempre numeroso ed affezionato, e questi grandi nomi della cultura internazionale, in un clima di confronto, di scambio, di approfondimento delle rispettive realtà, di amicizia fra gli artisti partecipanti. Una occasione unica, dunque, per approfondire l’innegabile fascino della canzone d’autore, ma anche per scoprire generazioni di cantautori che diversamente non avrebbero platee così eccellenti.
Tra le numerose attività del Club Tenco, proprio in questi giorni si svolgono anche le attese edizioni de “Il Tenco ascolta”, serate in cui alcuni selezionati talenti, nuovi o emergenti, si esibiscono dal vivo in tutta Italia, raccontando se stessi al pubblico e allo stesso Club. I primi appuntamenti del 2012 sono previsti a Laigueglia (Savona) il 24 agosto, a Piombino (Livorno) il 25 agosto, a Montesilvano (Pescara) l’1 e 2 settembre. E per chiarire il nostro dubbio “Tenco o non Tenco?” proprio nella prima di queste piazze, raggiungiamo telefonicamente Enrico de Angelis, scrittore e giornalista, responsabile artistico del Club, nonché artefice dell’espressione, divenuta poi di uso corrente, “canzone d’autore”.
Enrico, ma cos’è questa vox populi che il “Tenco” quest’anno non si farà?
Sono già due o tre anni che il Comune di Sanremo ci riduce i finanziamenti. Quest’anno abbiamo deciso che la tradizionale “Rassegna della canzone d’autore”, così come è sempre stata, ovvero tre serate divise tra esibizioni, convegni, notti in musica, non si può fare. Quindi la trentasettesima edizione non potrà esserci. Coi finanziamenti siamo in grado di organizzare una sola serata con un’appendice. Non sarà la vera propria Rassegna a cui è abituato il nostro pubblico, ma una serata speciale, monografica. Stiamo concludendo che sia dedicata al Centenario della nascita di Woody Guthrie, il padre del folk americano. Può essere che nell’ambito della serata si consegni un Premio Tenco… Sai, io non vorrei rinunciare alla nostra collocazione storica, né al nostro scopo di far conoscere talenti non ancora consacrati dal successo, ma certo, dovremo adattarci a una location più piccola. Quindi il Premio verrà diviso in due momenti: il 16 novembre, la serata-evento all’Ariston e il 17 novembre una serata minore con i nuovi emergenti, in un altro posto, necessariamente più piccolo.
Ma cos’è successo, di fatto?
Sappiamo tutti quanto sia difficile la situazione generale. Vedo, e so, di tanti festival sofferenti, però mi chiedo anche quanta sensibilità ci sia nel voler salvare una manifestazione come la nostra che ha sempre guardato esclusivamente alla qualità. Sia pure in via indiretta i finanziamenti ci arrivavano pure dalla Rai. Quest’anno – almeno per ora – queste due serate non hanno nessuna copertura televisiva. Sembrerebbe che “il Tenco” non faccia più parte dell’accordo tra Comune di Sanremo e Rai. Voglio sperare che non sia un problema di politica culturale.
Beh, storicamente vi ha sempre seguiti RaiDue.
Sì, infatti. Però tieni conto che anche l’anno scorso, a novembre, eravamo scoperti, ma all’ultimo momento ci ha ripresi Rai5, che però non può essere una fonte di finanziamento.
Sono certa che si troveranno accordi anche quest’anno. RaiDue è per eccellenza il canale della musica e della musica d’autore.
Sì, anche noi confidiamo nella loro attenzione. Continuiamo a sperare. Comunque mi preme farti sapere che il nostro Club non si ferma. Stiamo studiando anche altre manifestazioni in altre città d’Italia. Un’edizione speciale de “Il Tenco ascolta” si terrà a Bari nell’ambito del Medimex, nei primi giorni di dicembre e dopo il successo dello scorso anno, il Medimex ci ha rinnovato l’invito a patrocinare e collaborare alla direzione artistica della II edizione del grande omaggio a Domenico Modugno che si terrà al Teatro Petruzzelli il 29 novembre.
Enrico, approfitto di questa nostra chiacchierata per tornare un po’ indietro nel tempo. Da quando sei stato chiamato dal mitico Amilcare Rambaldi, quali sono state per te edizioni memorabili ?
Quella del 1976, perché per la prima volta sono arrivati sul nostro palco Paolo Conte e Piero Ciampi (che sono i miei cantautori più amati) e poi, quell’anno ci fu Roberto Benigni che debuttava come cantautore.
Con “ l’Inno del corpo sciolto”?
Sì, sì, quello. E poi l’edizione del 1986 perché venne, portato proprio da Benigni, Tom Waits che era per la prima volta in Italia e la seconda in Europa.
E poi non posso dimenticare quando Paolo Conte cominciò a cantare Sud America sul palco, e a sorpresa fecero irruzione De Gregori, Fossati e Benigni. Lo stesso Conte fu preso alla sprovvista.
Sai De Gregori e Fossati cantavano, mentre Benigni prese due maracas e si mise a gesticolare in proscenio in maniera buffa facendone cadere una sul pubblico. Fu esilarante. C’è una documentazione visiva di questa serata, per fortuna, e l’abbiamo grazie alla Rai.
Ci salutiamo con una speranza… o con un sogno, se vuoi.
Una speranza… [ lungo silenzio]
Pronto? Enrico ci sei?
Sì, sì: ci sono. E’ che…sai…una speranza va pensata bene. E’ che la canzone d’autore è sempre esistita ed esisterà sempre. Non è un vezzo, non è una moda. E tutto quello che resiste al tempo è patrimonio di tutto il costume e di tutta la cultura del nostro Paese. Quindi è nelle nostre mani, perciò va protetto. E poi è un patrimonio non solo italiano. Mi vengono in mente due grandi cantautrici come Patty Smith e Rickle Lee Jones. Entrambe dissero che non esiste un festival così al mondo. E’ l’unico che ignora il successo degli artisti e guarda solo alla qualità. Ecco perché posso dirti che la mia speranza e il mio sogno sono che “il Tenco” sia conservato come patrimonio non solo italiano