Caro Direttore,
non mi è chiaro quale sia la vostra posizione in merito al dibattito sulla presunta trattativa stato-mafia che ha visto, anche in ambito giornalistico, divisioni radicali tra quotidiani come “Repubblica” e “il Fatto”. Da che parte state? Oppure avete scelto una posizione di “neutralità”?
Spero in una sua cortese risposta.
Valerio Fiori
Caro Valerio,
siamo un giornale on line che si occupa di libertà di informazione e di espressione (non un quotidiano generalista come i due che lei ha citato). E cerchiamo di assolvere a questo (arduo) compito dando spazio (su questi temi) alle notizie e alle diverse opinioni e punti di vista (spesso distanti tra loro) degli animatori e dei collaboratori dell’associazione Articolo21.
Dare spazio alle diverse voci non significa essere “neutrali” ma cercare di dare ai lettori un’informazione il più possibile ampia e dettagliata.
Questo non ci vieta ovviamente di prendere posizione ed è cio che quotidianamente facciamo dicendo la nostra (con nettezza) sui fatti che investono il nostro Paese e non solo. Vale anche sul caso della presunta trattativa stato-mafia.
Una questione delicata che abbiamo scelto di affrontare non con un approccio da tifo calcistico ma attraverso approfondimenti e riflessioni storico-politiche e giuridiche. Questo abbiamo fatto con gli interventi di giornalisti come Federico Orlando, magistrati come Domenico Gallo o storici come Nicola Tranfaglia. Interventi diversi che però si ritrovano nella comune convinzione che una democrazia compiuta non possa essere fondata sulla riduzione dei poteri di controllo e sulla logica dei bavagli, delle censure, degli oscuramenti e degli oscurantismi. Abbiamo rifiutato di accodarci al tranello di un referendum pro o contro Napolitano e abbiamo contrastato apertamente chi ha auspicato la chiusura della procura di Palermo definendola “il vero problema nazionale”.
Tutt’altro che neutrali siamo stati nel chiedere, accogliendo la proposta di parlamentari di vari schieramenti, che il governo si costituisca parte civile nel processo sulla trattativa tra Stato e Mafia e che, meglio di tante parole, testimonierebbe un impegno pieno e solidale dalla parte di chi, non da oggi, contrasta le mafie e i loro complici”.
Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere e a pretendere che sia fatta piena luce per conoscere la verità sulle stragi che hanno insanguinato il Paese e la democrazia nel biennio 92-93 e nei periodi più bui della nostra storia.