di Nadia Redoglia
Stante gli adolescenti ubriachi sparsi ovunque a tutte le ore, il divieto di vendere alcolici ai minori non pare aver ottenuto successo. Bacco è andato. Ora, col neo decreto salute, si prova col tabacco. Ve li vedete i bottegai da fumo assurti a pubblici ufficiali in quanto autorizzati a pretendere documento (ovviamente munito di foto: il tesserino sanitario o fiscale può giusto servire per le macchinette incapaci d’intendere e volere) dagli acquirenti per accertarsi della maggiore età? Certo che no. Tabacco finirà come Bacco. Quanto a Venere, è dal ’58 della Merlin che non è più pertinenza della salute ed economia di governo, ma solo miliardario business esentasse, tra papi e papponi, però immuni in quanto evasori e/o capi di governo.
Ci voleva un’idea innovatrice. La Venere tassabile e salutare è stata perciò rispolverata in quanto solo rappresentante di bellezza, ovvero “mens sana in corpore sano”, da qui palestre e piscine. Per i frequentatori d’entrambe ci sarà l’obbligo di produrre certificato medico-sportivo, non più solo la sana e robusta costituzione del medico della mutua. Ottenerlo tramite ASL potrebbe voler dire attendere 6 bimestri, poscia altri trimestri per eventuali esami strumentali (dato che mammografia per sospetta neoplasia ne prevede 4 e più, ci pare attesa ragionevole). Venere non può attendere, dunque sorgeranno ad hoc veloci ambulatori a pagamento magari all’interno delle strutture, sì da poter (far loro) scucirci un “piccolo contributo per spese d’ invio” alle strutture medesime così come da sempre operano le agenzie “medico in sede”. E così il tutto più che andare in sane fatture ben distinte, va a incrementare le malsane fritture, tossiche per la salute di tutti noi, mica solo per i portatori di certificati.