di Giulia Giornaliste*
Fare informazione sulla violenza sulle donne e sui minori non è una scelta neutra: si tratta infatti di temi che toccano tabù sociali, molti antichi e alcuni – purtroppo – anche nuovi. La reazione e la violenza verbale di singoli e di gruppi si manifesta con evidenza sui social network (spesso attraverso pagine clonate) e nei commenti ai siti che trattano questi argomenti.Le intimidazioni e le minacce sono però altra cosa: per questo motivo GiULiA denuncia con preoccupazione e fermezza la campagna mediatica organizzata su internet contro Luisa Betti, giornalista del manifesto, i cui articoli vengono ripresi con assiduità dal nostro sito per la professionalità e puntualità con cui Betti dà conto degli aspetti sociali, istituzionali e legislativi legati alle questioni della violenza su donne e minori. Una campagna che si è fatta insopportabile da quando è iniziato il dibattito parlamentare sulla cosiddetta Pas, fortemente sostenuta da organizzazioni di padri separati.
L’informazione – completa e senza reticenze – resta per GiULiA un bene primario da tutelare, soprattutto quando è sulle donne e tocca ambiti fin qui sottaciuti da larga parte della stampa. Se infatti su GiULiA abbiamo registrato con soddisfazione la nuova e più corretta impostazione che si incomincia ad avere sulle grandi testate generaliste quando si parla di “femminicidio”, non saremo certo ora succubi di toni e modi persecutori verso le giornaliste che professionalmente fanno il loro lavoro, il dovere di informare: a Luisa Betti, tra le promotrici di GiULiA, la solidarietà piena e concreta di tutte noi. Non sei sola.