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Ventisette anni dopo l’omicidio di Giuseppe Montana

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Giuseppe Montana, 34 anni, dirigente la “catturandi” della Mobile di Palermo venne ucciso il 28 Luglio 1985 a Porticello (PA) da due killer della mafia che gli spararono alle spalle mentre era al mare con la fidanzata. I suoi agenti della mobile lo avevano soprannominato Serpico. Una settimana prima di morire, Montana aveva guidato isuoi uomini in un covo situato in località Buonfornello. Era sulle tracce di Pino Greco, detto Scarpuzzedda. In quell’operazione arrestò otto uomini d’onore di medio ed alto calibro appartenenti alla famiglia Greco. Ma il sicario più sanguinario della mafia palermitana non c’era. Davanti ad una sedia vuota, una tazzina di caffè fumante, posata sul tavolo. Una donna la porse al poliziotto “E’ per lei, commissario”. Qualcuno non aveva potuto aspettarlo, l’appuntamento venne rimandato di una settimana. Per l’omicidio vennero condannati all’ergastolo Totò Riina, Michele Greco, Francesco ed Antonio Madonia, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Raffaele e Domenico Ganci, Salvatore Buscemi, Giuseppe e Vincenzo Galatolo. Carcere a vita anche per l’esecutore materiale, Giuseppe Lucchese . Paolo Borsellino aveva in comune con il commissario Montana la passione per il mare, nelle pause dei loro incontri di lavoro si scambiavano informazioni sulle prestazioni delle loro “barchette da impiegati statali”. Montana aveva confidato al magistrato che operava gli appostamenti e gli avvistamenti dei latitanti con la propria imbarcazione e pagandosi il carburante. Aveva affittato una casetta a Porticello, una zona ad alta densità mafiosa. “E’ stato questo –ricordava Borsellino- il primo, struggente pensiero che mi ha assalito, allorché una sera, alla luce delle lampare e dei riflettori, ho visto il corpo martoriato di Beppe Montana, disteso tra barche ed attrezzi marinari, in costume da bagno, sul litorale di Porticello, gli avevano sparato in faccia”.  Grazie Beppe da tutti gli Italiani che non vogliono dimenticare.


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