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Usa, sull’Obamacare i media vanno in tilt

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La storica sentenza della Corte Suprema americana che ha definito costituzionale la riforma sanitaria di Barack Obama resta al centro del dibattito negli Stati Uniti, affiancata dalle riflessioni sulla mancata accuratezza delle notizie – che in un primo momento avrebbero colto di sorpresa lo stesso presidente Barack Obama – diffuse da alcune emittenti nella fretta di rendere conto del contenuto della sentenza.

“Forse – scrive il Washington Post – e’ tempo per i media di fare un bel respiro. Forse una pausa potrebbe essere di aiuto”. Le notizie diffuse in un primissimo momento, ricostruisce il quotidiano – si basavano unicamente sulla prima parte della motivazione scritta dal presidente della Corte, John Roberts. I giudici nel loro insieme avevano in effetti stabilito che l’individual mandate – vista come l’architrave della riforma e considerata a rischio bocciatura – era incostituzionale se esaminato alla luce di una specifica norma della Costituzione, ma veniva salvato dai giudici, che ne confermavano la costituzionalita’ alla luce di un’altra norma, relativa all’autorita’ del Congresso ad imporre tasse.

Questo emergeva ad una completa lettura delle 59 pagine di motivazione. In effetti Corte Suprema stabilendo che di fatto la materia avevano contenuto fiscale, si asteneva dall’intervenire sulla materia perché sulle tasse la Corte non può emettere sentenze. Insomma l’estensione dell’assicurazione sanitaria a tutti, in particolare ia più poveri e deboli, non era una questione di libertà individuale – come era stato contestato – ma atteneva ad altre materie. In tale senso la Corte dava il via libera.

La CNN per l’errore commesso si e’ scusata e ha fornito entro breve la versione definitiva ed accurata, mentre Fox News ha scelto di non presentare scuse sostenendo che il lavoro del giornalismo consiste nel dare le notizie non appena si ricevono.

Altri sono stati in passato i casi di errori emersi quando la notizia era stata data nell’immediato, scrive il Washington Post, ricordando tra gli altri l’annuncio della morte della parlamentare Gabrielle Giffords, gravemente ferita ma sopravvissuta alla sparatoria in Arizona lo scorso anno. “In un ambiente di informazione ipercompetitivo e intensamente interconnesso, le notizie non accurate viaggiano alla stessa velocita’ delle altre”, ricorda il Washington Post. Che riporta i dubbi di alcuni professori di giornalismo: “Dov’e’ il valore aggiunto nel riportare una notizia parziale alle 10 sbagliandola, rispetto al darla alle 10.06 corretta?”, si chiede Michael Norman della New York University. E’ vero che i media hanno corretto il tiro, ma e’ anche vero che qualcosa si e’ perso in quei primi istanti “la credibilita'”. D’accordo con lui Jim Farley, vice presidente delle notizie e programmi di WTOP, emittente radio del District of Columbia. “La lezione e’: prima di tutto dare la notizia corretta, poi darla per primo. Nessuno ricorda chi ha dato la notizia per primo. Ma tutti ricordano chi l’ha data sbagliata”.

da “Il Mondo di Annibale”


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