Nonostante gli appelli e le mobilitazioni da parte dei famigliari arrivati in Italia il caso dei circa trecento ragazzi tunisini scomparsi dopo essere partiti per raggiungere il nostro paese continua ad essere un mistero irrisolto. Stando alla denuncia dei famigliari depositata anche in forma di esposto presso la procura di Roma e sottoscritto da Arci e Asgi, i ragazzi partiti tra marzo e maggio del 2011 su barconi, sarebbero spariti nel nulla senza dare più alcuna notizia.
Naufragati?
Eppure nessun corpo o effetto personale sarebbe stato ritrovato nel frattempo nonostante le indagini in corso e alcuni sarebbero stati riconosciuti attraverso le immagini di video amatoriali o riprese televisive trasmesse da qualche Tg. Un mistero che si infittisce e chiama in causa le istituzioni del nostro paese. Il Ministro dell’Interno chiamata a rispondere presso la commissione diritti umani del Senato il 16 maggio scorso teneva a precisare che: “ …verra’ data ogni collaborazione per il prosieguo delle ricerche delle persone gia’ segnalate e di quelle che potranno esserlo in seguito”.
Senza però togliere che dal raffronto fatto tra le impronte digitali pervenute dalla Tunisia e quelle registrate in Italia una sola, su 8 raffrontate, sembra coincidere.
E un nuovo appello affinchè si faccia luce su questa tragedia è stato divulgato oggi dall’associazione Rita Atria in forma di lettera aperta al Ministro della solidarietà Riccardi, mentre continua l’impegno di chi come il collettivo femminista le Venticinque undici ha da subito abbracciato questa battaglia e ha contribuito a divulgarla.
Lettera appello al Ministro Riccardi
“Gent. Ministro Andrea Riccardi,
in Italia sono scomparsi più di 250 ragazzi tunisini. Questi ragazzi sono arrivati in Italia e a testimoniarlo ci sono video, immagini… ma poi sono scomparsi nel nulla lasciando nello sconforto le famiglie.
Lo Stato italiano e il parlamento italiano non stanno facendo niente affinché le famiglie di questi ragazzi possano ritrovare i loro figli, fratelli, mariti. La Sua storia, Ministro Riccardi, le permette di conoscere cosa significa dolore e sofferenza e cosa significa ingiustizia. Quei ragazzi sono anche figli nostri. Non esiste un essere umano che vale più degli altri. Questo Lei, sig. Ministro, lo sa molto bene.
Le chiediamo di attivarsi sia per l’accoglienza di queste famiglie che con grandi disagi passano da una città all’altra alla ricerca dei propri congiunti, sia per il ritrovamento di questi ragazzi.
Proviamo ad attivare VERE missioni di pace e a spendere i soldi dei contribuenti per ridare speranza e non per addestrare alla guerra.
Per decenni abbiamo chiuso gli occhi di fronte alle violazioni della democrazia in Tunisia preferendo seguire solo le indicazioni imposte dagli USA. Per una volta, proviamo a seguire le indicazioni della giustizia. L’Italia tutta sta perdendo. Sta perdendo la dignità di popolo civile. Nessun popolo si può definire civile se rimane indifferente al dramma di più di 250 famiglie che hanno perso i loro congiunti nel nostro Paese.
Certi di un suo pronto intervento
Cordiali Saluti
Associazione Antimafie “Rita Atria”
Per saperne di più:
http://leventicinqueundici.noblogs.org/
http://www.ritaatria.it/Home.aspx