“Lasciateli stare, non dategli corda, Gelli e Fioravanti non meritano repliche…”, questo il parere di donne e di uomini che stimiamo, relative alle ultime provocazioni del duo massonico fascista. Per una volta non seguiremo il loro saggio consiglio, perché a nessuno può essere consentito di dileggiare e disprezzare la strage del 2 agosto, la memoria delle vittime, il dolore dei familiari, tanto meno se lo possono permettere questi due figuri.
Non si può tacere perchè se hanno deciso di ridare loro la parola a pochi giorni dalla strage, si voleva e si vuole inquinare le acque alla vigilia della grande manifestazione di Bologna.
Volevano e vogliono bloccare qualsiasi possibilità di proseguire nella ricerca della verità, magari eliminando segreti e riaprendo ” armadi della vergogna”.
In ogni caso qualunque siano le ragioni non si può consentire a Gelli di sghignazzare e di attribuire ad un mozzicone di sigaretta la causa della strage.
Per altro i protagonisti del depistaggio furono tutti ” piccoli fiammiferai” iscritti alla loggia P2, forse sarà il caso che i giudici convochino subito questo incappucciato produttore di tabacco..
Quanto a Fioravanti ha pensato bene di fare dell’ironia su Paolo Bolognesi, presidente dell’associazioni familiari delle vittime , che avrebbe perso solo la suocera, e, come è noto, la suocera ” non è la parente più amata”.
Ci sono battute che non si possono fare, soprattutto non può farle chi è stato coinvolto e condannato per quella strage.
Non ci sono giustificazioni possibili.
Non si tratta di non commentare questi deliri, ma forse bisognerebbe smettere di regalare microfoni a questi signori che hanno tentato di spiantare l’ordinamento democratico e hanno lasciato alle loro spalle una lunga scia di sangue.
Tra pochi giorni sarà il 2 agosto, a Bologna si ritroveranno i familiari delle vittime, sarà il caso di esserci, non solo fisicamente, ma anche simbolicamente, con blog, siti, iniziative, ospitando le voci di chi reclama giustizia e verità, lanciando in rete la campagna ” Il 2 agosto ci sarò”, chiedendo a tutti i media, in primo luogo alla Rai, di promuovere una giornata speciale, di ricostruire quella giornata, di ricordare depistaggi e silenzi, di tutelare una memoria senza la quale verrebbero meno dignità e civiltá.
No, non si può fare finta di nulla.
* Pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”