Quello che si sta profilando ad Aleppo in queste ore è una vera e propria emergenza umanitaria. A denunciarlo è la responsabile degli Affari Umanitari dell’Onu, Valerie Amos, secondo la quale un numero imprecisato di persone e’ ancora intrappolato nella città mentre sarebbero già 200.000 gli sfollati nelle ultime 48 ore. I combattimenti che vedono fronteggiarsi ormai da giorni i ribelli contro l’esercito di Assad, hanno causato un numero cospicuo di morti fra i civili, 138 solo nella giornata di ieri.
Stando alla nota diramata dall’Unicef la maggior parte degli sfollati arrivati in massa in Giordania è costituita da bambini e adolescenti a cui si sta cercando di fornire la necessaria assistenza, sebbene le difficoltà siano molte e pesi la mancanza di fondi. Dalla Giordania la ONG lancia l’appello: “… servono 17,8 milioni di dollari per sostenere la risposta all’emergenza in Giordania. Mancano ancora 10,76 milioni, inclusi 3 milioni di dollari necessari a supportare il sito di Za’atari che ospitera’ i profughi siriani in crescente afflusso. L’Unicef sta inoltre fornendo assistenza a decine di migliaia di profughi siriani in Libano, Turchia e Iraq, cosi’ come alle famiglie colpite che restano all’interno del paese.”
E se la Turchia, stando ai lanci d’agenzia, continua ad ammassare truppe alle frontiere, dall’altra parte gli scontri interni proseguono su più fronti contemporaneamente. Stando alla testimonianza oculare del nuovo capo della missione degli osservatori Onu in Siria, il generale senegalese Babacar Gaye, attacchi d’artiglieria dell’esercito contro i ribelli si sarebbero verificati anche a Homs e Rastan.
Intanto la Francia, che il primo agosto assumerà’ la presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha annunciato la convocazione questa settimana di una riunione urgente a livello ministeriale.