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Sicurezza: 600 lavoratori morti nei primi mesi del 2012. E’ strage dell’indifferenza

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Nonostante non passi giorno, che 2, 3, 4 o più  lavoratori non facciano più ritorno a casa,  perché sono morti sul lavoro, perchè nelle loro  aziende non si rispettavano neanche le minime  norme di sicurezza sul lavoro, sui mezzi d’informazione, nel mondo politico e sindacale si  parla pochissimo di queste stragi sul lavoro. Qualcuno, qualche anno fa, le definì delle vere e  proprie “stragi nell’indifferenza” e mai parole furono più vere!

Oltre 600 lavoratori morti sul lavoro nel primi  mesi del 2012, secondo i dati dell’Osservatorio  Indipendente di Bologna, diretto da Carlo Soricelli. Questo è un vero e proprio bollettino di guerra! Poi mi tocca anche a leggere sentenze del genere,  come la numero 25535 del 28 Giugno 2012, in cui  la Corte di Cassazione ha assolto un datore di  lavoro che era stato condannato in primo e secondo grado (per la morte di un lavoratore),  perchè aveva delegato la sicurezza sul lavoro ad una società esterna.

Quando leggo simili sentenze, resto sbalordito! Cosa andrebbe fatto per fermare queste stragi  l’ho detto un infinità di volte, fino allo spasimo, peccato che chi di dovere non ci voglia proprio sentire. Il mio era un dubbio quando si insediò il Governo  Monti a Novembre 2011, adesso è una certezza, a  questo governo interessa poco o nulla la salute e sicurezza sul lavoro.

E meno male che il Ministro del Lavoro Elsa  Fornero, aveva detto che il tema della sicurezza  sul lavoro “sarà centrale nel lavoro del governo e nel suo impegno personale”. L’abbiamo visto quanto è centrale. L’unica cosa centrale per questo Governo è  diminuire i diritti dei lavoratori e l’abbiamo  visto con il ddl lavoro tanto caro al Ministro  Fornero, approvato definitivamente il 27 Giugno  2012 e la riforma delle pensioni approvata a Dicembre 2011. Voglio ripetermi per l’ennesima volta, chissà che  questa volta sia fortunato e qualcuno mi ascolti.

Tanto per cominciare, sarebbe giunta l’ora di  aumentare i controlli per la sicurezza sul  lavoro, sbloccando le assunzioni dei tecnici  della prevenzione delle Asl e non di ridurli come  pensava “qualcuno” in Parlamento, togliendo la competenza alle Asl e centralizzandoli,  riportandoli sotto il controllo dello Stato. Anche il Presidente della Repubblica Giorgio  Napolitano, il 25 Giugno 2012 ha detto che “servono più controlli e sanzioni”. Le sanzioni sono state dimezzate ai datori di  lavoro, dirigenti, preposti, grazie al Dlgs  106/09, tanto caro all’Ex Ministro Sacconi. La norma salva-manager, anche quella doveva essere cancellata dal Dlgs 106/09, invece come si  suol dire “è uscita dalla porta, per rientrare dalla finestra”. Si fa un gran parlare, in modo completamente  ipocrita, della mancanza di cultura della  sicurezza sul lavoro, peccato che si faccia poco o nulla perchè questa aumenti. E’ così difficile capire, che se si vuole  aumentare la cultura della sicurezza sul lavoro, bisogna farla entrare nelle scuole? In Francia la insegnano fin dalle scuole elementari. Da noi, non c’è stato un solo governo in grado di  fare un decreto legge, per metterla come materia  obbligatoria d’insegnamento fin dalle scuole elementari, ed ad insegnarla dovrebbe essere, chi  tutti i giorni cerca di farla applicare nei  luoghi di lavoro, cioè i tecnici della prevenzione dell’Asl. Ma è così difficile fare un decreto legge per  insegnarla nelle scuole caro Presidente Monti? Purtroppo le Asl, hanno un personale ispettivo,  talmente ridotto all’osso (circa 2000 tecnici  della prevenzione), che se dovessero controllare  tutte le aziende che c’è in Italia, ogni azienda  riceverebbe un controllo, ogni 33 anni e  considerata la vita media di un’azienda di 15-20 anni, PRATICAMENTE MAI! Per fermare questa mattanza quotidiana, ognuno deve fare la propria parte. Solo in questo modo è possibile interrompere  questa catena di morti, che non fa solo morti,  rovina famiglie, e rende tanti giovani orfani e soli.

 * Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sul lavoro-Firenze
bazzoni_m@tin.it


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