Nemo profeta in Patria. Definito il “Jimi Hendrix della chitarra acustica”, Antonio Forcione è performer annoverato già da anni nell’Olimpo dei chitarristi di fama mondiale. Eppure pochi sanno che è un talento tutto italiano (è nato a Montecilfone, in provincia di Campobasso) e che in Italia riesce ad esibirsi pochissimo e solo in location per palati raffinati, come il “Barga Jazz”, “Chitarre in Villa” o “Un paese a sei corde”. Con consapevolezza jazzistica, attraversa tutti i generi musicali ed esplora territori inconsueti, facendosi punto di riferimento per chiunque ami la delicatezza, l’imprevedibilità, il linguaggio armonico-melodico e il ‘tocco’ non solo della chitarra, ma della vita stessa.
Chissà per quale strana alchimia culturale non lo vediamo in televisione, non lo ascoltiamo nei maggiori network radiofonici, non lo ospitiamo come guest nelle più note manifestazioni estive… animate in cartellone sempre dagli stessi nomi, con le stesse ‘scalette’ rivisitate. E pensare che artisti stranieri che noi acclamiamo come star internazionali, aprono di fatto i suoi concerti londinesi.
Ma chi è questo ‘mostro di bravura’ che il nostro Paese fatica a rimpatriare?
La sua carriera di musicista, iniziata nei primi anni Settanta, ha visto unire il suo naturale talento (agli esordi proteso alle percussioni) a studio, perseveranza, curiosità, apertura mentale e coraggio. Il primo coraggioso gesto di Antonio Forcione – che si è rivelato provvidenziale, diremo a questo punto – è stato quello di lasciare, giovanissimo, l’Italia…destinazione Londra!
Dimostrando un devoto rispetto della cultura musicale italiana, Forcione, negli anni, ha conservato gelosamente l’amore per la melodia e i suoni della tradizione, che rappresentano l’ossatura della nostra storia musicale. E in tutti i suoi lavori, nonostante le fusioni di generi, troviamo questa ‘forza’ melodica di fattura italiana, difficilmente rintracciabile in artisti così ‘aperti’ ai dialoghi armonici tra culture.
Nell’ultimo decennio, col suo quartetto multinazionale, il chitarrista ha amalgamato magistralmente melodie e tradizione di altre terre. Con l’anglo-nigeriana Jenny Adejayan (violoncello), l’inglese Nathan Thomson (contrabbasso e flauto) e il brasiliano Adriano Adewale (percussioni), musicisti che hanno con lui uno storico affiatamento, Forcione riesce a fondere sonorità world brasiliane, spagnole e nord africane, culture e stili che passano dal jazz al pop al latin in grammatiche musicali di altissimo livello.
Quello che stupisce di Antonio Forcione al primo ascolto è proprio la rara capacità mantenere inalterate le linee melodiche (ne sarebbe felice Giacomo Puccini) sebbene le arricchisca sempre degli strabilianti effetti percussivi che riesce a ottenere del suo strumento. E allora non si può che amarla, quella chiarezza espressiva delle sue composizioni, nonostante l’abbondanza di virtuosismo, perché il virtuosismo di Forcione non è mai autoreferenziale o fine a se stesso, ma celebrativo di uno stato d’animo condivisibile da tutti, offerto dall’artista con invidiabile naturalezza, a tratti con una sorta di ritualità dal sapore antico.
Anche le composizioni più dichiaratamente complesse – come Alhambra o Indian café o Touch Wood o Sahara Rain o ancora Maurizio’s party – ‘arrivano’ a un pubblico vasto ed eterogeneo. Forcione travolge gli spettatori perché in quella ricchezza di suoni, frutto di una lunga ricerca, gli offre un linguaggio intellettualmente pulito, vero, sincero, ed elementi spettacolari che stabiliscono una immediata empatia.
Tecnica, anima, passione, fuoco sono, inizialmente, le ‘note’ più evidenti nelle composizioni di Antonio Forcione. Eppure, anche nei brani più intimistici e riflessivi, anche nei commoventi temi ‘notturni’, si scopre una solarità di grande respiro, amabilissima nelle sfumature ironiche, esilarante quando, nei live, si trasforma in voluta comicità.
Doveroso ricordare che Antonio Forcione ha suonato con Trilok Gurtu, Andy Sheppard , Jason Rebello, Martin Taylor, Barney Kessel, Juan Martin, Claudio Roditi , John Etheridge, Rossana Casale, Gary Howard…. solo per citarne alcuni. Ha aperto come solista i grandi concerti di John Scofield, Phil Collins, John McLaughlin, Zucchero, Bobby McFerrin, Pino Daniele, Van Morrison. Nel2006 hainciso “Heartplay” (Naim Label) col leggendario Charlie Haden, uno dei massimi contrabbassisti jazz contemporanei. Acclamato nei maggiori festival internazionali, si può vantare di numerosi tour nei quattro continenti e ha all’attivo 16 album (l’ultima fatica uscirà a metà agosto con una sua etichetta dal nome “Antastic”).
Domenica 15 luglio lo vedremo esibirsi in duo col percussionista Dado Pasqualini presso l’incantevole “Parco Villa Gregoriana” a Tivoli, all’interno della manifestazione “FAI JazZ!”, promossa dal Fondo Ambiente Italiano, che è alla sua prima edizione e che ha già ospitato il percussionista Michele Rabbia e il pianista e fisarmonicista Antonello Salis, altri due grandi artisti italiani di vanto. L’entrata in Villa è alle ore 18.30 e il programma prevede una visita guidata al sito, un’abbondante degustazione dei prodotti tipici del territorio organizzata da “Slow Food” di Tivoli, il concerto alle ore 20,15 e l’intervista in pubblico condotta dal musicista e musicologo Mario Poggi.
Il concerto di Antonio Forcione, grazie al FAI, Slow Food e alla Provincia di Tivoli, è una vera e propria “promozione del patrimonio italiano” a tutto tondo. Dal fascino del grande parco naturalistico di Villa Gregoriana a quello di un performer geniale e versatile, inspiegabilmente trascurato dai media italiani.
Info:
Parco di Villa Gregoriana – Largo Sant’Angelo – Tivoli
Costi e prenotazioni: 366 1704123
Riduzioni per gruppi e coppie.
I bambini fino ai 12 anni entrano gratis