di Nadia Redoglia
I paladini del pallone sono rientrati tra gli applausi e sono andati a ricevere onori, laudi, trionfi dal capo dello Stato: “siete lo specchio del Paese”. Il successo della nazionale calcistica è ancora la notizia principale della prima pagina di tutte le testate e non stiamo certo parlando di gazzette sportive.
Invitati dunque a rifletterci in quello specchio prendiamo atto di ciò che vediamo: il loro esclusivo orgoglio, la nostra rabbia rimasta sola insieme con la nostra vita terrena e quotidiana. Conviviamo con lacrime, sangue e disperazione da disoccupazione giovanile oltre il 32%, licenziati senza reddito e pensione, amputazioni ai già monchi beni primari della dignità civile quali sanità, istruzione, giustizia, il ripugnante afrore di trattativa Stato-mafia, la prosecuzione di corrotti e corruttori nel privato e in seno alle istituzioni.
Più che specchiarci, quello specchio vorremmo spaccarlo, ma temiamo il vaticinio dei 7 anni di guai.
Sta a vedere che se siamo ridotti così è solo perché in fondo in fondo siamo inguaribilmente scaramantici!