Indignerai. Lettera aperta a Luigi Gubitosi

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Riceviamo e di seguito pubblichiamo la lettera aperta a Luigi Gubitosi da parte del gruppo di lavoratori e lavoratrici Rai del movimento Indignerai

Al Dott. Luigi Gubitosi
e p.c. alla Dott.ssa Anna Maria Tarantola

Abbiamo letto con piacere e speranza le parole che Lei e la Dottoressa
Tarantola ci avete inviato.
In questa fase critica, delicata e piena di contrasti interni e divisioni
tra il personale, ci occorre una guida sensibile e capace che sappia
rimettere in ordine le macerie prodotte delle precedenti gestioni
improntate sulla partitocrazia piuttosto che su un etico spirito aziendale
e di servizio pubblico quale un’ azienda come la RAI si merita.

Le esperienze passate e i risultati attuali ci raccontano una tendenza a
svilire e mortificare il lavoro delle professionalità interne, che ora non
si accontentano più di proclami e buone intenzioni ma si aspettano dei
fatti e dei segnali concreti che abbiano la funzione di calmierare certe
tensioni lavorative e sindacali; senza dimenticare che il cittadino utente
poco tollera il pagamento del canone TV, tanto odiato ed evaso, perché e’
ormai il riflesso di un apparato che divora soldi pubblici e produce
trasmissioni che si rivelano contenitori senza contenuto.

Nel rispetto per la delicata funzione che andrà a svolgere, e che deve
essere adeguatamente retribuita, ci troviamo a dissentire sulla scelta di
accettare un contratto così oneroso per le fragili casse RAI. Visti i tempi
della tanto urlata “spending review”, ci aspettavamo, con senso etico, l’
applicazione di un tetto per gli stipendi dei dirigenti e manager, proprio
per solidarizzare e mostrare un segnale di rottura, visto che i dipendenti
attendono da quasi tre anni un equo rinnovo contrattuale che tarda ad
arrivare.

Ci chiediamo inoltre l’utilità del configurare a tempo indeterminato il suo
contratto, visto che lo statuto aziendale RAI impone all’articolo 29. 1
che:” Il Direttore Generale è nominato dal consiglio di amministrazione
d’intesa con l’assemblea dei soci, in conformità e con le attribuzioni ad
esso riconosciute dalla legge. Il mandato del Direttore Generale ha durata
di tre anni come per il CDA.”

Non capiamo la ragione e l’opportunità di una scelta simile, tenendo conto
che il governo Monti tenta di applicare criteri di flessibilità nel mondo
del lavoro e che la RAI stessa sopravvive grazie ad un precariato pagato
con i minimi contrattuali e con speranza di assunzione lontana nel tempo
(2017 forse…).

Egregio Direttore, non vogliamo creare attriti o polemiche, chiediamo
assoluta trasparenza e rispetto verso un’azienda costituita da tanti
dipendenti che ogni giorno si prodigano per realizzare i prodotti
televisivi del servizio pubblico, la RAI. Spesso questo si ottiene più con
la buona volontà e professionalità dei colleghi che vanno a sopperire le
gravi mancanze di sviluppo tecnologico che speriamo la dirigenza da Lei
guidata saprà rivalutare.

Ci attendiamo un cortese riscontro da parte Sua proprio per dare continuità
alle parole che gentilmente Lei e la Presidente Anna Maria Tarantola ci
avete indirizzato.

MOVIMENTO LAVORATRICI E LAVORATORI RAI INDIGNERAI.


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