Oggi, giovedi 19 luglio soci e amici di Articolo21 si ritroveranno a Roma in via dei Prefetti 22 (Palazzo Incontro, ore 18). L’abbiamo chiamata Festa anche se c’è ben poco da festeggiare. Il Paese è in recessione, il 36% dei giovani è disoccupato e uno su due è precario. La precarietà persiste anche sul versante dell’informazione. Qui in bancarotta ci siamo ormai da tempo.
Il “rating” è sprofondato quasi un ventennio fa con l’ascesa al potere del presidente editore, e senza più alcun segno di ripresa. Anni di censure, espulsioni di giornalisti, conduttori, attori comici sgraditi, tentativi reiterati di bavaglio perfino alla rete che dovrebbe essere il luogo per antonomasia della libertà di espressione.
Lo spettro del berlusconismo, mai sbiadito irrompe nuovamente sulla scena politica. Il fantasma del palc-oscenico ricompare dopo mesi di silenzio scalzando il suo gregario dal ruolo di protagonista che lui stesso gli aveva solennemente assegnato. Torna alla ribalta con l’ennesimo coup de theatre: Mario Monti annuncia di non ricandidarsi alla fine del suo mandato e lui, Silvio Berlusconi, il giorno successivo, a dispetto di quanti lo vedevano suggeritore dietro le quinte, si ripresenta e rilancia la sua candidatura.
Per la sesta volta tenta di riapprodare a Palazzo Chigi l’uomo della P2, degli scandali sessuali, del conflitto di interessi e del sodalizio imperturbabile con personaggi come Mangano e Dell’Utri. Quelle relazioni equivoche di cui parlò Paolo Borsellino nell’ultima celebre intervista rilasciata il 21 maggio 1992 a Canal Plus, due mesi prima di morire e rimasta inedita sino al settembre del 2000 quando la troupe di Rainews24, diretta allora da Roberto Morrione decise di mandarla in onda.
Abbiamo scelto come data per la Festa di Articolo21 proprio il giorno del ventesimo anniversario della Strage di via d’Amelio. Non per una commemorazione retorica ma per ricordare chi si è battuto per la giustizia e la verità, pagando il prezzo più alto. Per questo abbiamo deciso di assegnare il premio Paolo Giuntella per la libertà di informazione a Placido Rizzotto, nipote dell’omonimo sindacalista ucciso dalla mafia nel 1948 e a cui solo dopo 64 anni sono stati concessi i Funerali di Stato e a Radio Siani, l’emittente che porta il nome del cronista napoletano ucciso dalla camorra a 26 anni e che da anni, sul web, cerca di scardinare la cultura dell’arroganza, dell’indifferenza, dell’omertà.
A svelare minuziosamente la rete di interessi e commistioni tra la politica e i clan camorristici, sono stati anche gli autori del libro “Il Casalese”, un’opera collettiva che, in Campania, ha fatto tremare il partito dell’ex presidente del Consiglio. Abbiamo deciso di premiarli perchè oltre al prezioso lavoro di inchiesta non si sono piegati alle intimidazioni dei Cosentino…
Non si sono mai arresi nemmeno i promotori della Campagna LasciateCIEentrare e Lucia Uva (che riceveranno gli altri due premi). I primi hanno condotto una battaglia instancabile per sensibilizzare l’informazione e l’opinione pubblica sui Centri di Identificazione, così tragicamente simili a veri e propri lager nei quali i giornalisti non potevano entrare per descrivere condizioni al limite della vivibilità e della dignità umana.
Lucia Uva, insieme a Patrizia Aldrovandi, Ilaria Cucchi, Domenica Ferrulli, sono donne che hanno lottato e tuttora lottano per un briciolo di giustizia e di verità dopo la morte dei loro cari. Hanno mostrato pubblicamente i volti insanguinati dei loro figli, fratelli, mariti, vittime di abusi di potere e manifestando contro una legge bavaglio che rischierebbe di compromettere i relativi processi.
Con noi ci sarà Ottavia Piccolo, artista da sempre impegnata nelle battaglie civili e che ha restituito al pubblico la verità su Anna Politkovskaja, una giornalista uccisa per colpire la libertà di stampa.
Vi aspettiamo