di Nadia Redoglia
Da qualche giorno, alternandosi in TV, un signore e una signora sottopongono al pubblico telefonofilomaniaco un quiz, indovinato il quale codesto popolo può partecipare alle loro “offerte”. Naturalmente c’è da comporre un numero il cui costo scorre in piccolissimo e a grandissima velocità in sottopancia. Abituali mezzi (legittimi?) per tirar su quattrini, ma non è questo il punto, bensì il contenuto del quiz. Alle loro spalle sta una gigantografia raffigurante una bandiera o un cane. Per la prima bisogna rispondere se è francese o britannica, per la seconda se è un dalmata o un mastino. Roba per scolari di 6 anni, ma sappiamo che, per legge, solo un maggiorenne può concorrere. Si deve per forza dedurre che i creatori di questo “gioco a premi” danno per scontato che il loro pubblico è assolutamente incapace (roba da ricorrere proprio a un giudice tutelare). ‘Sta gente qua dà per certo che troverà consensi, share, audience. Siccome ben sappiamo che in certe fonti di business può starci di tutto, tranne che sprovveduti, possiamo solo desumere che saranno in moltissimi, dai 18anni in su, a partecipare.
Avevamo un capo del governo che giudicava gli italiani alunni di seconda media neppure troppo bravi. Caso vuole che proprio in concomitanza col quiz (se preferite “test”), ha dichiarato di volersi ripresentare perché il pubblico lo ama, ha bisogno di lui. Sarà perciò che i creatori di cui sopra, convinti che sarebbe stato rieletto, hanno colto l’attimo per retrocedere quel popolo lì in prima elementare? Gli è che l’ex (caro) leader ha già smentito. Ché non ci crede manco più lui?
Be’, creatori di certi quiz, stante gli adepti che contate di acchiappare, potrete sempre tirarlo su voi un “nuovo” partito…