di Nadia Redoglia
Oggi gli italiani di buona volontà onorano Paolo Borsellino, eroe trucidato 20anni fa insieme con i suoi (eroi) angeli della scorta. Anche gli angeli custodi possono fare ben poco se gli angeli che dovrebbero a loro volta proteggerli voltano la testa dall’altra parte o, peggio, corrono e concorrono a salvare i demoni. Non sappiamo se benedetto è quel Paese che non ha bisogno d’eroi, ma siamo certi che maledetto è quello che li mistifica, li baratta, li stupra spacciando il demone per eroe.
Palermo, terra di sussurri e grida zittiti dal tritolo, è oggi determinata: gli eroi (purtroppo ne abbiamo bisogno) non vanno più lasciati soli. E’ indispensabile contarci per capire oggi in quanti siamo e per identificarci non valgono più parole e omissioni, contano solo le opere. Solo così si raggiunge la capacità di individuare angeli e demoni.
Un senatore della Repubblica è indagato per estorsione (già per mafia in attesa di giudizio definitivo) ai danni di (già) capo di Governo (suo amico di sempre) ora ancora parlamentare. Il primo chiama “pazzi” i magistrati, il secondo se ne frega di rendere conto (s’è impedito legittimamente). Quanto prima, potremmo sentirci rispondere che quella villa sul lago di Como fu pagata il doppio solo per non correre il rischio di trovarsi come quel ministro inguaiato per una casa pagata la metà del valore, salvo poi, a sua insaputa, il saldo versato da altri. In ogni caso è ormai noto che l’ex leader è generoso con gli amici, le amiche e le famiglie.
Se non è follia questa, che è?! Ma il senatore dello Stato ha chiamato “pazzi” i magistrati.
A noi spetta la capacità d’individuare da che parte stare.