di Nadia Redoglia
In occasione dei calcoli necessari all’obiettivo della spending review volta a risparmiare circa 5 miliardi (ritocco da tragedia emiliana), abbiamo imparato che i ministeri costano annualmente 283miliardi, dei quali circa la metà serve solo per farli funzionare. Ma a voi ‘ste somme non suscitano istintivo blocco respiratorio e oculare?! Eh va be’, dice il solito possibilista che tutto giustifica: gli italiani da amministrare, tutelare, proteggere, inserire, insomma garantire loro il buon funzionamento in base ai diritti/doveri costituzionali, sono oltre 60milioni! Ecco, appunto. Uno sguardo panoramico sull’attuale condizione dei servizi da nord a sud, isole comprese, tra disoccupati, sfrattati, precari e precarietà, strutture sanitarie/ospedaliere/scolastiche/trasporti e servizi sociali in genere, è sufficiente per comprendere quanti tra quei 60milioni sono veramente garantiti dal buon funzionamento demandato alle strutture ministeriali. Considerato che ogni ministero oltre al ministro “ospita”: sottosegretario, gabinetto del ministro, consiglio d’amministrazione, segretario generale, dipartimento, direzione generale, reparto, divisione e sezione (e poi uno si lamenta che il personale costa caro!) con tutto ciò che ne deriva direttamente e indirettamente, ebbene siamo quasi certi che quei 5 miliardi sarà molto più facile trovarli nelle spese per far funzionare i ministeri, piuttosto che nelle briciole rafferme avanzate destinate ai vitali servizi per i cittadini.