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Rai: prima dei nomi il metodo

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Articolo 21 chiede da tempo, insieme ad altre associazioni e movimenti, che si cambino radicalmente le modalità di nomina del Cda della Rai, che se ne cambi la governance… che finalmente si discuta della mission della principale azienda culturale del paese.
La  proposta di eleggere attraverso procedure chiare e trasparenti  il Cda della Rai attraverso la partecipazione dei cittadini e degli utenti, avanzata da Tana De Zelueta e Roberto Zaccaria, e sottoscritta da tante associazioni e cittadini, non e’ stata mai seriamente presa in considerazione dai partiti. Intanto esplode in mille forme la voglia di partecipazione  dei cittadini e la rabbia per il sequestro che i partiti fanno di ogni carica pubblica.

In questo quadro, dunque, non può che esserci apprezzamento per l’apertura del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, dopo la figuraccia rimediata sulla vicenda autorithy, alla lettera con la quale numerose associazioni gli chiedevano di aprire alla società civile per le nomine nel Cda Rai.  Tuttavia, detto questo, la mia personale opinione e’ che non si possa rispondere alla lettera con delle indicazioni secche di nomi: a quale titolo possiamo scegliere, con quale criterio, con quali procedure? Temo che qualsiasi scelta apparirebbe arbitraria e parziale.

Noi abbiamo avanzato una proposta di riforma radicale che affida direttamente ai cittadini la scelta del governo della Rai. In assenza di quella riforma abbiamo sollecitato candidature della società civile attraverso la presentazione dei curricula, ma, se non vogliamo che si ripeta la farsa delle Autorithy, quando Pd, Pdl e Udc li hanno ignorati per scegliere i loro uomini, dobbiamo esigere un metodo diverso, che si prenda il tempo necessario. Se si sceglie la strada della trasparenza, infatti, occorre che i vari candidati vengano pubblicamente auditi dalla commissione parlamentare e i loro profili esaminati attraverso  una discussione pubblica. Poi, i partiti si assumano le loro responsabilità.


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