Rai, nessun rimpianto per il passato
nessuna illusione per il futuro

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Nessun rimpianto per chi ha concluso il suo ciclo, nessuna illusione su chi dovrebbe aprirne un altro dai contorni quanto mai ambigui e imprecisati, dal momento che non si è mai voluto discutere pubblicamente sul futuro del servizio pubblico e soprattutto sulla sua missione editoriale, ancor prima che finanziaria. Chi ha portato la Rai in questa situazione e ha piegato l’azienda ai voleri del conflitto di interesse non può certo indignarsi per la decisione di Monti di procedere ad una sorta di “commissariamento mascherato”.

Il governo ha tuttavia rinunciato a modificare la legge Gasparri ed ora si dovrà
procedere alle nuove nomine con i vecchi criteri .
Da un metodo inquinato non potranno che discendere risultati inquinanti. Si profila una ripetizione dello spettacolo già andato in scena in occasione delle recenti nomine per le Autorità di garanzia.
Dietro i falsi sorrisi di molti già si preparano i pugnali per nuove imboscate, il tutto ai danni di una azienda che rischia di fallire trascinandosi dietro mezza industria dell’audiovisivo, del cinema, della fiction, della cultura.
Troviamo infine singolare che si possa continuare a dire “che per amministrare la tv non occorra conoscerla né guardarla, né saperla fare..”.
Le stesse banalità non sarebbero state dette e scritte in relazione alle nomine alla Banca d’Italia, alla Fiat, e neppure per la gestione del mercato rionale.


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