La Rai della signora Lei non riesce a trovare un programma di informazione da inserire il giovedì sera nel palinsesto di Raidue. Avevano pensato di spostare Andrea Vianello, da Raitre a Raidue, ma i mazzieri del conflitto di interessi hanno subito posto il veto, e i loro maggiordomi si sono immediatamente inginocchiati accettando il veto.
Poi avevano pensato di inserire nel medesimo spazio le produzioni di Giovanni Minoli, ma anche in questo caso non sembrano aver raggiunto le necessarie intese tra i consiglieri berlusconiani che fanno il bello e il cattivo tempo in quello che ancora resta della Rai.
Così quando la signora Lei ha presentato le sue proposte sono riusciti ad affondarsi da soli, a votarsi contro l’un l’altro, a suicidarsi in diretta. Poco male se, nel frattempo, la Rai non stesse andando alla deriva, realizzando il vecchio sogno di “dissolvere il servizio pubblico” che, per primo aveva ipotizzato Licio Gelli.
Naturalmente una Rai immobile e in caduta libera è quello che serve al suo concorrente principale e al suo proprietario.
Di fronte all’indecoroso spettacolo di queste ore, le signore e i signori che governano – si fa per dire – la Rai, dovrebbero fare una sola cosa: chiedere scusa, richiamare Santoro e Annozero, rimettere Freccero alla direzione di Raidue (che per altro andava in onda anche sotto la direzione di Massimo Liofredi), richiamare Saviano e la Dandini e, subito dopo, dimettersi, magari con un voto unanime.
Esattamente come, in modo unanime, hanno votato per nominare Minzolini direttore di tutte le sedi di corrispondenza.
Restiamo in “sfiduciosa attesa”.
* Pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”