Vietato commentare, dichiarare, criticare su internet. Il dg della Rai Lorenza Lei impone ai dipendenti dell’azienda il silenzio sui social network. In una comunicazione interna di oggi, protocollo 0059 ‘Dichiarazioni agli organi di informazione’, come si legge sul sito globalist.it, Lei scrive: “Negli ultimi tempi si e’ verificato un numero sempre crescente di casi in cui sono state rilasciate, con diverse modalita’ da parte di dipendenti e collaboratori dell’azienda, dichiarazioni improprie agli organi di informazione. Alla luce della evoluzione tecnologica e produttiva dei mezzi e sistemi di comunicazione, si precisa che, quanto stabilito con riferimento alle dichiarazioni agli organi di informazione, deve ritenersi riferito anche alle dichiarazioni rilasciate su siti internet, blog, social network e similari fruibili da una pluralita’ di utenti”. Infine, “si ribadisce pertanto che non verranno tollerati comportamenti in contrasto con la richiamata normativa aziendale”.
“Sul web la Rai è all’anno zero. Riesce a occuparsene solo per affermare l’ovvio” commenta il segretario Usigrai Carlo Verna. “E’ ovvio che il dipendente è tenuto a obblighi di lealtà nei confronti dell’azienda, qualunque sia il mezzo utilizzato. Altrettanto ovviamente non tollereremo limitazioni della libertà di espressione sancita dall’art.21 della Costituzione”.
“Chi ha consigliato alla signora Lei di fare “l’ultimo editto di viale Mazzini” decisamente non le vuole bene, o forse opera scientemente per accompagnarla al più presto fuori dagli uffici della direzione generale”. Lo afferma il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita. “Che senso ha, invitare i dipendenti a non intervenire sui social network e a non commentare le vicende aziendali? Qualunque sia stata la motivazione, in questo contesto, ha solo il sapore della intimidazione, della censura, della provocazione. Ci auguriamo che il prossimo gruppo dirigente vorrà, come primo atto, ritirare queste circolari e riaprire le porte a quanti sono giá stati esclusi o ridotti al silenzio, giornalisti, dirigenti, amministrativi o precari che siano”.