Nostalgici, amici, fascisti, torturatori in erba, massacratori in fieri, difensori dei massacratori ancora in vita: c’è tutto questo nell’allegra compagnia, centinaia di persone, che il dieci giugno prossimo venturo confluirà in un teatro di Santiago per assistere alla nobile proiezione di un documentario che “finalmente mostrerà il vero volto di Augusto Pinochet”, che ne riscoprirà il tratto umano. Stupendo…. Soprattutto per i parenti delle 3mila vittime delle “sparizioni mirate” volute, organizzate, ordinate dal generalissimo. Come anche per i parenti e i sopravvissuti dei 50mila torturati, che sperimentarono “l’umanità” del generalissimo cileno e dei suoi.
Le proteste per l’ignobile evento del 10 prossimo venturo purtroppo non hanno fatto cambiare idea al governo cileno, che ha ribadito la sua linea: ” si tratta di un evento privato, il governo non può proibirlo.”
Non siamo appassionati del proibizionismo, non ci ha mai convinto. Ma un conto è esporre “curiose” tesi storiografiche, un conto è l’apologia di reato. Forse però si può riconoscere un filo di ragione nel piatto, quasi notarile comunicato del governo: se la linea del governo è che il male va combattuto a viso aperto, con la mobilitazione delle coscienze e l’impegno collettivo, da un evento sciagurato come questo ne potrebbe scaturire anche un bene.
Certo è un dolore terribile pensare che in una sala, privata, si possa inneggiare a un carnefice come Augusto Pinochet, fingendo di assistere a “una proiezione privata”.
Il mondo, infine: preso dalle sue il mondo civile non dovrebbe voltare le spalle al Cile, ai cileni, non dovrebbe ignorare una cosa del genere: dovrebbe far capire a tutta Santiago che non ha dimenticato. Ma evidentemente le cose non vanno così….