Non condivido il cinismo di chi, dopo aver portato l’Italia al fallimento, vorrebbe ora scaricare ogni responsabilità sul governo Monti. Ancora meno apprezzo chi tifa per il fallimento della mediazione italiana in Europa, anteponendo interessi di parte agli interessi nazionali. Eppure continuiamo a non condividere il continuo ricorso ai voti di fiducia e la sostanziale impossibilita di modificare in aula i singoli provvedimenti, a cominciare da quello sulla riforma del lavoro che contiene errori ed ambiguità volute, come quelle relative alla nuova formulazione dell’articolo 18. Tale articolo produrrà effetti nefasti anche nei settori della comunicazione, dell’editoria e dell’informazione, dove i licenziamenti discriminatori saranno camuffati da “provvedimenti disciplinari. Naturalmente i legali di articolo 21 daranno assistenza a coloro che dovessero essere colpiti, dalla Fiat alla Rai, tanto per fare qualche esempio, per aver manifestato liberamente le proprie opinioni, diritto garantito dalla carta costituzionale. Per questo ho votato no alle prime due fiducie, per questo non ho partecipato al voto finale di oggi.