I Tg di mercoledì 6 giugno 2012 – I Tg Mediaset fanno buon viso a “buon gioco”: per le tv di Berlusconi è utilissimo avere un’Agcom “amica” e non vale la pena di rovinare la festa parlando delle nuove nomine lottizzate. Ma siccome di questo si è trattato, meglio non parlarne affatto. Le altre testate riportano lo sconcerto di tutti quelli che avevano creduto ai curricula, alle autocandidature, al vento della trasparenza, per ritrovarsi poi la moglie di Bruno Vespa alla Privacy, la leghista all’Agcom in compagnia di rispettabilissimi uomini di partito come Soro per il Pd e Martuscello per il Pdl. Lo sconcerto di cui sopra diventa titolo per Tg 3 e TG La 7, servizio sul Tg 1 e Tg 2. Nella bufera soprattutto il Pd, per un comportamento che neanche la pugnace Bindi ha avuto la forza di argomentare e giustificare. Un vero autogol per il partito di Bersani.
Nel commento abbiamo sentito Guido Scorza, docente di Diritto dell’Informazione e coordinatore di Open media Coalition: uno tra quelli che “credeva” in una svolta e che, come, noi, è finito dritto contro il muro della politica con la “p” minuscola.
È tempo di ciliegie – ieri abbiamo parlato di quella “ferrovia” – e così le brutte notizie della brutta politica non vengono da sole. Premesso che a noi non ci cambia la vita se il Senatore De Gregorio passa i suoi giorni libero o agli arresti domiciliari, qualcuno ci può spiegare come mai al Senato ai voti contrari alla richiesta della magistratura espressi dal Pdl, si sono aggiunti, a scrutinio segreto, qualche decina di voti del centro sinistra? TG 1 Tg 2 e le testate Mediaset fanno gli inglesi; TG La 7 e Tg 3 sono più espliciti e Mentana, “bricconcello” si chiede se si sia trattato solo di un “primo tempo” in attesa del voto su Lusi. Sempre per la politica, l’uscita di Schifani che “saluta” il Pdl – al di là degli inviti al suo rafforzamento – è letta correttamente da Tg 3, TG la 7 e Tg2; Tg 1 “sfuma”. Per Tg5 si tratterebbe invece di un rinnovato invito alla compattezza.
In alcune aperture fa capolino la telefonata tra Obama e Monti, ma l’evento non scalda più di tanto. Per il resto – e non certo per consolarsi – ancora tanto terremoto, mentre parecchi Tg si fanno prendere dalla foga di una ultim’ora che non c’è: la conferma della pista “vendetta privata” per la strage di Brindisi.
Luca Fargione
Il Commento di Guido Scorza, Coordinatore di Open Media Coalition
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Guido Scorza, tanto rumore per nulla, tante aspettative attorno a queste nomine, qualche movimento nell’area politica:;Il Pd, si potrebbe dire a giustificazione molto parziale, aveva provato a far qualcosa di diverso, ma forse non aveva una grande volontà, e comunque non c’è riuscito. Come valutare questo giro di nomine?
“Nel modo peggiore possibile. Nomine che si sono celebrate alla “vecchia maniera”, quella della spartizione delle poltrone nel modo più occulto possibile, lontano dalla trasparenza e lontano dal merito. Forse l’unico risultato positivo è che questa volta rispetto al passato se ne parla di più e il tutto è accaduto sotto i riflettori dei media e dell’opinione pubblica. Ma c’è stata comunque la spartizione di sempre.”
L’interpretazione secondo cui il Pd ci avrebbe “provato”, mentre il Pdl avrebbe “fatto finta di non capire” è reale, o il giudizio sul comportamento del Partito Democratico rimanda ad una piena condivisione delle responsabilità negative con il centrodestra?
“Io quello che è accaduto a monte non lo so e non riesco a valutarlo. Le primarie del Pd sono un pessimo esercizio di qualcosa di diverso e sono, anzi, la conferma migliore che il Pd si è imposto nel solco della tradizione. Perché le primarie non convocate a tempo, assolutamente non pubblicizzate e nell’ambito delle quali, a quanto risulta, si è votato sulla base di un elenco di candidati completamente diverso e assai più ristretto rispetto all’elenco presentato presso la Presidenza della Camera e quella del Senato, risultano ovviamente un’enorme buffonata. Non hanno avuto niente a che vedere con la trasparenza, con un procedimento meritocratico che si chiedeva di porre in essere, e che il Pd aveva annunciato “idealmente” di voler fare proprio.”
Scorza, vogliamo ricordare brevemente perché è importante l’Agcom e perché è importante l’Autorità sulla Privacy?
“Sono le due autorità che nei prossimi 7 anni governeranno l’informazione in questo Paese, sotto profili diversi: l’Agcom, dall’assegnazione delle frequenze tv, all’accesso a internet, ai costi di accesso a tutte le risorse di connettività, passando per il diritto d’autore, sarà la padrona indiscussa nelle decisioni su chi potrà dire e “cosa” nello spazio pubblico telematico. Il Garante della Privacy, con i suoi poteri governa il mondo dell’informazione; basti pensare alla vicenda delle intercettazioni che sta per diventare di nuovo di attualità: cosa si può pubblicare e cosa no, quando prevale il diritto del singolo alla riservatezza e quando, invece, prevale l’interesse pubblico; il diritto all’oblio – per citare un’altra delle grandi questioni di cui si occuperà il Garante della Privacy- , ovvero il diritto alla storia patrimonio di tutti, contro il diritto del singolo a rifarsi una vita al riparo dagli occhi ritenuti indiscreti dell’opinione pubblica. Tantissime le ragioni per le quali, in realtà, con il “sacco” che si è appena consumato si è dato “scacco” – se mi si passa il gioco di parole – alla libertà d’informazione nel nostro Paese. Si è ipotecato in maniera pesante il futuro dell’informazione in Italia.”
Questo “sacco” e questo “scacco” – per usare le sue parole – ci riportano ad un’immagine forse sorpassata nella coscienza dei cittadini, ma ancora dominante: quella di una politica vecchia, vetusta e incrostata. Dentro questo ragionamento con le nomine attuali sono cambiati equilibri, oppure la politica berlusconiana dell’ultimo ventennio nella comunicazione, è destinata a riproporsi tale e quale?
“La mia sensazione è che gli equilibri si avviano a cambiare. Forse non sono cambiati perché, se si guarda agli eletti nulla evidentemente è cambiato. Qualcosa però sta per cambiare, perché è fuor di dubbio che i protagonisti magri inefficaci in questo nuovo ciclo di nomine, sono stati molti di più che in passato. C’è stata la società civile che finora sulle nomine non aveva mai detto nemmeno una parola; ci sono stati molti deputati e senatori che si sono schierati dalla parte della società civile e hanno rotto le fila dei partiti, alcuni che hanno persino disobbedito agli ordini di scuderia per il voto. Quindi ci sono sicuramente nuovi interpreti e nuovi protagonisti. Sulla scena politica la mia sensazione – o meglio il mio augurio – è che quella dei partiti, o di alcuni partiti, sia stata l’ultima grande abbuffata, quella che precede l’estinzione di una razza; quindi nella prossima tornata di nomine delle autorità rientrerà la politica, quella con la “p” maiuscola. Resteranno anche i partiti, ma con dinamiche completamente modificate: questi soggetti irrinunciabili nella scena politica e democratica di un Paese, dovranno lasciarsi stravolgere – in senso positivo – dall’evoluzione dei tempi e dei costumi.”
Dati Auditel di martedì 5 giugno 2012
Tg1 – ore 13:30 3.562.000 (20,97%) ore 20:00 4.657.000 (22,51%).
Tg2 – ore 13:00 2.816.000 (18,70%) ore 20:30 2.048.000 (7,00%).
Tg3 – ore 14:30 1.840.000 (12,05%) ore 19:00 1.730.000 (13,14%).
Tg5 – ore 13:00 3.443.000 (22,53%) ore 20:00 3.904.000 (18,81%).
Studio Aperto – ore 12:25 2.273.000 (19,30%) ore 18:30 916.000 (9,06%).
Tg4 – ore 11:30 563.000 (10,27%) ore 19:00 703.000 (5,35%).
Tg La7 – ore 13:30 782.000 (4,58%) ore 20:00 1.634.000 (7,78%).
Fonte: www.tvblog.it