I Tg di lunedì 18 giugno – Togliamoci qualche sassolino dalla scarpa: per i Tg Mediaset, che in generale si dimostrano bulimici sulla cronaca giudiziaria, quando un’inchiesta o un processo riguardano Berlusconi, la notizia, semplicemente, non esiste. Accade da sempre per il processo Ruby, si ripropone oggi per la richiesta di pesanti condanne per B e Confalonieri al processo diritti Tv. Le richieste di un Pm non sono certo una condanna ma una redazione dovrebbe sempre essere una redazione. Solo Tg 3 e Tg la 7 ne parlano, ma non è una novità.
Dopo aver fatto – forse – la figura di Alice nel paese delle meraviglie, passiamo alle impaginazioni che riportano, in fotocopia, gli sviluppi della situazione greca, la delusione per mercati che malgrado la scelta europea di Atene continuano ad andar giù – mentre gli spread vanno su – l’apertura del G 20 in Messico. C’è poi l’attesa per il calcio, che vede Tg 4 esordire con una copertina e lunghi servizi su i tanti mali del Paese, che si stempererebbero in un cielo che “è sempre più azzurro”. Anche Tg 1 non resiste alla tentazione di esordire con il collegamento dal campo di Italia –Eire, prima di tuffarsi sui mercati e sulle paturnie della Merkel. E se il “biscotto” continua ad occupare il proscenio, Tg 3 più prosaicamente riporta le sentenze “sfornate” dalla magistratura sportiva su scommettopoli, un prodotto la cui ricetta non è certo croata o spagnola.
Mentre Tg 4 “festeggia” l’ipotetica evasione del pagamento dell’Imu – che scadeva oggi – nella misura del 40% – , Tg 3 ci parla della campagna dei radicali per l’utilizzo come farmaco della cannabis – buon servizio – e Tg la 7 “prende in giro” il sottosegretario Polillo, autore della proposta di lavorare tutti una settimana di più per guadagnare un punto di pil: lui si che assomiglia all’Alice di cui sopra.
E veniamo alla good news del giorno: l’accordo tra le associazioni della società civile sulle candidature da “passare” al Pd di Bersani per i due posti che la pessima Gasparri “appalta” tradizionalmente a questo partito. Cosa rappresenteranno, e come incideranno concretamente Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo, usciti senza polemiche e litigi dal cilindro delle associazioni? Tg 3 la dà come ultim’ora, TG La 7 se ne occupa in un servizio ampio e corretto; Tg 1 dà la notizia da studio. Nel commento abbiamo sentito Fulvio Fammoni, coordinatore di una delle 4 associazioni chiamate ad esprimersi, il Comitato per la libertà dell’Informazione. A noi il percorso è piaciuto, anche se l’attuale governance della Rai non promette e non permette nulla di buono.
Lorenzo Coletta
Il Commento di Fulvio Fammoni, Coordinatore del Comitato per la Libertà d’Informazione
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Fulvio Fammoni: Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi, questi i due nomi usciti dall’incontro delle associazioni della società civile. È stato un lavoro difficile?
È stato un lavoro importante. È molto importante che le associazioni della società civile siano riuscite a dare, senza rotture ma anzi in piena condivisione, nomi importanti per quello che riguarda il futuro del Consiglio di Amministrazione della Rai. Ma è fondamentale che tutte e quattro le associazioni abbiano condiviso che non si può più aspettare per riformare la governance della Rai. il sistema dell’informazione italiana va cambiato: non si può accettare ulteriori norme bavaglio, la Gasparri deve essere cambiata, deve essere cancellata. Questo è il punto più qualificante dell’attuale presa di posizione dell’insieme di questo vastissimo mondo di associazioni, che credo debba essere adesso fatto vivere nella discussione all’interno del Cda Rai , quanto nella discussione nel Paese e tra forze politiche. E anche per questo abbiamo chiesto al segretario Bersani, che ci ha scritto la lettere alcuni giorni fa, un incontro in tempi immediati per discutere di come organizzare un cantiere di proposte e di discussione su questi temi con tutti coloro che vogliono partecipare”.
Fammoni, il valore simbolico che prefigura il futuro di una governance Rai diversa, è evidente e chiaro a tutti, ma concretamente, nella vita della più grande azienda culturale italiana dei prossimi anni, i nomi nuovi proposti dalle associazioni su richiesta di Bersani, insieme a quelli proposti e segnalati dal governo – potranno rappresentare già un avanzamento?
“Non lo so. Noi non abbiamo cambiato idea. Con queste regole è difficile governare, anzi non è possibile governare la più grande azienda culturale italiana : è l’esperienza che lo dimostra. Quindi il cambio delle regole è urgentissimo; naturalmente, inserire all’interno di questo gruppo dirigente dell’azienda pubblica persone che vengono dal mondo delle associazioni, che sanno intervenire sui temi della legalità, della povertà e del lavoro, che abbiamo capacità di ascolto e, soprattutto, che sappiano valorizzare l’enorme potenziale delle professionalità che stanno all’interno della Rai – quelle presenti ora e quelle che sono state espulse , e che debbono poter tornare a lavorare nel servizio pubblico – credo che rappresenti il privo avvio di un percorso che, però, senza la riforma della governance, non credo potrà compiersi.
Dati Auditel di domenica 17 giugno 2012
Tg1 -ore 13:30 3.714.000 – 22.69% ore 20:00 3.56721.87%.
Tg2 – ore 13:00 2.859.000 – 18.34% ore 20:30 1.836.000 – 9.76%.
Tg3 – ore 14:30 1.508.000 – 9.43% ore 19:00 1.704.000 – 13.93%
Tg5 – ore 13:00 3.000.000 – 19.09% ore 20:00 2.704.000 – 16.26%.
Studio Aperto – ore 18:30 1.240.000 – 12.14%.
Tg4 – ore 11:30 863.000 – 10.61% ore 19:00 849.000 – 6.96%.
Tg La7 – ore 13:30 -932.000 – 5.69% ore 20:00 1.157.000 – 6.93%.
Fonte: www.tvblog.it