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Editoria, Fammoni: governo salvi giornali. No a legge bavaglio

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“Mentre molti si accapigliano ancora sulle nomine Rai, questa settimana potrebbe essere calata la scure sull’editoria, mentre a luglio tornera’ in aula la legge bavaglio”. Lo ricorda Fulvio Fammoni (Cgil), presidente della Fondazione Di Vittorio e Portavoce del Comitato per la liberta’ e diritto all’informazione. “Si vota infatti il decreto del governo – spiega Fammoni – che contiene risorse assolutamente inadeguate e buone regole non serviranno se intanto gran parte delle testate chiudera’ e i lavoratori diventeranno disoccupati. Rivolgiamo un appello a governo e Parlamento perche’ non si compia questo drammatico errore e siamo pronti a mobilitarci, nel passaggio tra Senato e Camera, a difesa dell’occupazione e del plurarismo dell’informazione”.

“Contemporaneamente – dice Fammoni – si apprende che in luglio dovrebbe tornare in aula la legge sulle intercettazioni, tristemente nota come ‘legge bavaglio’.
Qualcuno in questa drammatica fase di crisi avra’ il coraggio di affermare che si tratta di una priorita’? E’ invece evidente il carattere di censura che assumerebbero queste norme. Il ministro dichiara di volere un bilanciamento fra diritto alla privacy e all’informazione, ma le indicazioni di molte parti della politica di centro destra esplicitamente parlano di un depotenziamento dello strumento delle intercettazioni e di indebite pressioni verso i giudici attraverso la norma sulla responsabilita’ diretta. Nessuno si illuda che luglio sia un periodo in cui la voce di chi si batte per l’informazione libera si affievolisca. Le associazioni sono pronte a riprendere l’iniziativa e a tornare in piazza”. Infine, per quanto riguarda la Rai, Fammoni ricorda che “le associazioni che da anni si battono per la liberta’ d’informazione, con autonomia e responsabilita’ hanno risposto all’appello rivolto alla societa’ civile sulle nomine Rai”.


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