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Benvenuti a Trapani, dove… “la mafia non esiste!”

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“La mafia non esiste”. Garuccio sindaco di Trapani, aprile 1985. “ La mafia esiste perché ci sono i professionisti dell’antimafia”. Fazio sindaco di Trapani tra il 2002 e il 2012. “Non bisogna parlare di mafia perché si rischia di dargli soltanto troppa importanza”. Damiano neo primo cittadino, cronaca di queste ore. Buongiorno, benvenuti a Trapani. La “continuità”…è servita a proposito di mafia e antimafia. Garuccio fece quell’affermazione dinanzi ai corpi straziati delle vittime della strage di Pizzolungo (ma lo aveva detto anche due anni prima quando a Valderice la mafia ammazzò il pm Gian Giacomo Ciaccio Montalto). Fazio uscì con quell’affermazione nei giorni della polemica per la mancata concessione della cittadinanza onoraria a quel prefetto, Fulvio Sodano, che aveva respinto l’assalto delle mafie ai beni confiscati.

Damiano questa dichiarazione l’ha fatta nel giorno in cui e nelle stesse ore in cui in Tribunale un ex deputato del Pci, Ino Vizzini, teste nel processo per il delitto del sociologo e giornalista Mauro Rostagno, raccontava l’attualità trapanese riferendosi anche al passato, “qui – ha detto Vizzini – Cosa nostra si è legalizzata”. A Damiano, generale dei carabinieri in pensione, uomo di punta dei servizi segreti, gli è sfuggito che in questi anni è stato proprio il non parlare di mafia, negandone prima l’esistenza, e poi in anni recenti dichiarandone una sconfitta inesistente, ad avere permesso a Cosa nostra di infiltrarsi bene nel tessuto sociale e politico.

Oggi c’è la mafia sommersa, come molti la chiamano, proprio grazie al fatto che di mafie non si è parlato, anche quando c’erano anniversari da celebrare Trapani attorno ai familiari delle vittime e a chi ha scelto la via della memoria ha fatto spesso registrare il “deserto”. Il sindaco Vito Damiano ha fatto le sue dichiarazioni poi in una scuola dove invece l’impegno contro le mafie dovrebbe essere più attivo: per il neo sindaco di Trapani invece “i progetti dove si parla sempre e solo male della mafia, in realtà danno importanza ai mafiosi… bisogna invece puntare su progetti improntati che riguardano lo sviluppo sociale”.

Damiano ha apprezzato, ad esempio, due progetti della scuola certamente importanti: uno sull’educazione alimentare e l’altro sull’integrazione tra gli alunni e ha chiosato, “questi sono i tipi di progetti che io sosterrò in qualità di sindaco”.
E quando, qualche ora dopo, il sindaco ha convocato una conferenza stampa per “spiegare” il suo pensiero, ha sorpreso chi immaginava che sulla scia di altri politici avrebbe smentito. E invece no! Conferma su tutta la linea. Arrampicandosi però sugli specchi, viene da dire. Ha infatti detto che il suo sentire scaturisce dall’avere visto rappresentazioni teatrali, produzioni scolastiche, dove chi recita è tutto vestito di nero, magari con la coppola, oppure recita a memoria le frasi di libri, “manifestazioni retoriche e talvolta patetiche, spettacoli che parlano di mafia ma che non lasciano nulla nei giovani”.

“E’ giusto parlare di legalità – ha continuato – ma di legalità concreta, ecco che allora un laboratorio e uno studio finale dedicato all’alimentazione, che faccia crescere in ogni caso la dote culturale di ognuno, lo preferisco ad un laboratorio sulla mafia”. Sulla lotta alla mafia il sindaco si è detto convinto che non si faranno passi indietro e che gli organi preposti “continueranno la lotta” ma ha aggiunto “non mi piace vedere manifestazioni dove gli studenti recitano perché imbeccati”.

Quando però al sindaco Damiano si è chiesto di indicare quali a suo avviso sono state manifestazioni retoriche non ha fatto alcun esempio concreto, quando gli si è ricordato che la sua prima uscita pubblica è stata in occasione della manifestazione di Libera Trapani organizzata per il 23 maggio (anniversario strage di Capaci) e gli si è chiesto il giudizio, ha risposto positivamente di essere rimasto favorevolmente impressionato, e quando gli è stato fatto presente che a Trapani sono queste le manifestazioni che coinvolgono le scuole nell’impegno per la legalità e contro la mafia, ha risposto che in effetti il suo giudizio,  nasceva da altre cose che aveva visto stando a Catania, quando era comandante provinciale.

E allora che c’entra Trapani? Nulla. Anzi a Trapani sono tante le ragioni per seguire il consiglio lasciato da Paolo Borsellino che era quello di parlare di mafia ovunque e spesso e soprattutto nelle scuole e però il neo sindaco anche dinanzi a questa sottolineatura ha preferito restare fermo sulle sue posizioni e ha concluso dicendo che la parola mafia nelle scuole deve essere contratta, e semmai per sgomberare il campo da considerazioni negative sulle sue parole ha promesso che concluderà ogni intervento con la frase “abbasso la mafia”. Noi insieme a tanti studenti preferiamo dire Viva L’Italia antimafiosa.


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