Se le cose dovessero restare così meglio non partecipare al voto perché le Autorità non possono continuare ad essere la somma di interessi parziali. Nonostante le piccole innovazioni apportate (a cominciare dalla possibilità di presentare proposte di candidatura), per la ennesima volta si rischia di votare “al buio”, senza una pubblica discussione preventiva, senza un confronto incrociato tra le biografie e i curricula.
Ciascuno voterà il suo, utilizzando così un metodo che legittima il prevalere degli interessi di parte e dei conflitti di interesse sull’interesse generale.
Per queste ragioni non va scartata l’ipotesi del rinvio o quella della non partecipazione al voto. Prendiamo infine atto che un governo che non ha esitato a mettere quattro voti di fiducia sul mercato del lavoro, materia che riguarda milioni e milioni di persone, non è invece riuscito neppure a presentare una proposta per allontanare governi e partiti dal controllo diretto delle autorità e della Rai.
Evidentemente, ancora oggi, è più facile “manomettere” l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che non “mettere mano” all’articolo 21 della Costituzione.