Molti ragazzi e ragazze impegnati oggi nei movimenti giovanili antimafia sono nati dopo quel 1992, l’anno che cambiò l’Italia e segnò una generazione intera. Con loro abbiamo un debito di verità, di conoscenza e di informazione. Da mesi i grandi mezzi di comunicazione, facendo in maniera egregia il proprio lavoro, hanno riproposto retroscena, interviste, approfondimenti sulla strage di Capaci e quella di via D’Amelio, vent’anni dopo. Un momento di massima attenzione dei mezzi di comunicazione, televisiva, on line e dei giornali che speriamo duri anche oltre gli anniversari. Speriamo si concretizzi in un impegno a migliorare le notizie che ogni giorno raccontano di mafie e antimafia, oggi, in questo Paese.
Il supplemento quindicinale di Libera Informazione, disponibile sul portale della Fondazione ma anche attraverso il servizio mail sulla posta elettronica, numero 90 è dedicato a loro: ai giovani che sono nati durante e dopo le stragi. A spiegare e raccontare di Giovanni Falcone, testimoni e giornalisti dell’epoca, il nostro direttore Santo Della Volpe, Saverio Lodato, storica firma de L’Unità, Gian Carlo Caselli, magistrato con una lunga esperienza nella lotta a crimine e terrorismo, Salvatore Cusimano, giornalista Rai Sicilia, Rino Giacalone, giornalista d’inchiesta trapanese.
A loro abbiamo voluto aggiungere “appunti” di storia, per raccontare ai giovani, in poche righe di Falcone, del maxi processo, della solitudine in cui lavorò negli ultimi anni, delle polemiche, e dei risultati investigativi raggiunti. Sebbene a molte domande non ci siano ancora risposte. Su tutte: quali convergenze di interesse hanno portato all’eliminazione del magistrato simbolo della lotta a Cosa nostra?