di Slasch16
Storie di vita che non si dimenticano mai.
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Ero ancora un bambino, abitavo in un paese della bassa veronese, ma ricordo tutto perfettamente.
Don Vittorino era un classico prete di campagna ma con un cuore ed un cervello in competizione tra loro e nessuno è mai riuscito a stabilire se era più grande il cuore o il cervello.
Era riuscito in una impresa inimmaginabile, girando di casa in casa, di fattoria in fattoria era riuscito a racimolare i soldi per costruire una colonia a Treschè Conca sull’altipiano di Asiago in modo che anche noi bambini di campagna, in prima fila i più poveri, potessero andare in montagna.
Ovviamente nel gestire al colonia gli davano una mano le suore e tutte le famiglie facoltose del paese partecipavano alle spese.
Noi, durante l’estate, potevano andare in colonia in montagna e per noi era veramente una festa, aggiungo che Don Vittorino non era asfissiante con le preghiere, le messe, ci faceva veramente passare vacanze indimenticabili, non per niente le ricordo ancora.
Improvvisamente la curia il vescovo, non so chi fece sparire Don Vittorino dal paese, non lo vedemmo più.
Rubando qualche parola da i discorsi dei grandi, dei nostri genitori, venimmo a sapere una cosa gravissima che Don Vittorino aveva combinato ed il motivo per il quale fu mandato via dal paese e gli fu tolta la colonia.
Dico subito che per noi le vacanze a Treschè Conca non furono più le stesse, ma questo ve lo dico dopo.
Il motivo per cui fu bandito dal paese, non so se dalla chiesa, se fu spretato come si sul dire lo so, l’ho saputo sentendo i discorsi dei grandi.
In paese c’era un uomo che era stato abbandonato dalla moglie con un figlio piccolo di due mesi, questo povero uomo, un contadino, voleva rifarsi una vita, trovare una donna che lo aiutasse ad allevare questo bambino ma era sposato, avrebbe dato scandalo, era inimmaginabile negli anni 50 un discorso del genere.
Uso, ovviamente le parole da adulto per raccontare la storia, ma la sostanza non cambia.
Una domenica, durante la predica della messa grande, Don Vittorino ebbe parole di conforto per questo povero uomo e arrivò a dire che la sua sfortuna nella vita non doveva diventare una punizione infinita, insomma secondo lui la chiesa avrebbe dovuto dargli il permesso di rifarsi una famiglia.
Nel giro di un giorno Don Vittorino scomparve dal paese, pochissimi erano al corrente di dove fosse ed in ogni caso non se ne poteva parlare se non sottovoce.
Persino le vecchiette degli anni 50 gli diedero ragione, anche se timorate di Dio.
Arrivò l’estate e noi bambini andammo i colonia senza Don Vittorino, ricordo che non si poteva fare domande, non se ne poteva parlare.
Poco più in alto della colonia c’era una casa di montagna ed un giorno uno dei più grandicelli tornando da una passeggiata correva come un assatanato gridando: ho visto Don Vittorino! Ho visto Don Vittorino! E’ in quella casa là, indicando con il dito.
Nessuna suora riuscì a fermare i bambini che con una sola voce dissero: andiamo a trovare Don Vittorino. Le suore non poterono fare altro che accompagnarci.
Don Vittorino si commosse, noi pure, ci abbracciò uno ad uno e ci disse di fare i bravi.
Noi eravamo felici, Don Vittorino c’era ancora.
L’inverno successivo la neve fece crollare il tetto della colonia e le donne del paese dicevano che era il castigo di Dio per avere mandato via Don Vittorino, la mano del Signore.
Ero già in crisi mistica, dubitante, mi limitai a considerare che alle volte le combinazioni del destino si sposano e quello fu un buon matrimonio,neve-tetto.
Chi l’aveva mandato via fece fatica a trovare i soldi per la riparazione, chi diceva si a Don Vittorino prima ancora che parlasse si inventò di tutto per non scucire una lira.
Nel tempo sono diventato laico, agnostico, ho smesso subito di frequentare chiese ed oratori, diciamo che a 13 anni il mio discorso con la fede era già chiuso.
Ma, Don Vittorino, me lo porto ancora nel cuore.
http://www.informarexresistere.fr/2012/05/09/tutti-sanno-chi-e-don-gallo-un-mito-chi-era-don-milani-e-la-scuola-di-barbiana-ma-io-vi-racconto-di-don-vittorino/#axzz1ue9Cb08y