di Flaminia P. Mancinelli
La verità è brutta ed amara, ma non possiamo più evitarla: l’edificio europeo e’ stato costruito su un’ideologia di centrodestra, che ha caratteristiche neoliberiste.
Basta guardare, senza false illusioni, alle ragioni che erano all’origine della nascita dell’Europa, le vere ragioni. Sulle macerie lasciate dal nazifascismo i politici del tempo – per allontanare il rischio di una futura guerra tra le nazioni europee e temendo il Comunismo dilagante – si inventarono la CEE. Basta soffermarsi a considerare la sigla scelta (CEE=Comunità Economica Europea) per capire qual era lo scopo sotteso: far rinascere sotto nuove spoglie la fenice del Capitalismo. Ma questo orribile e immorale scopo fu ben camuffato e quella denominazione, Europa, confuse gli idealisti della sinistra che caddero nel trappolone… Vi cedettero, si ispirarono a un modello possibile di Stato sovranazionale, nel quale i diritti delle genti potessero trovare finalmente risposte unitarie.
TEMI SOCIALI INASCOLTATI
Se oggi guardiamo alle azioni politiche e sociali promosse nei decenni da quell’“Europa” e al differente peso sui Governi nazionali di decreti e leggi europee, la truffa risalta chiara. I richiami di quell’istituzione fantasma, l’istituzione europea, in ambito economico hanno sempre avuto un peso influente sulle scelte dei singoli Stati sovrani, mentre i richiami relativi ai temi sociali sono passati inascoltati, nell’indifferenza totale.
Questo doveva suonarci come un campanello d’allarme, mostrarci qual era la vera natura di quella “costruzione”. Invece…
Così mentre la legge europea del pareggio di bilancio entra, giorno dopo giorno, nelle Costituzioni dei Paesi, il richiamo alla necessità di equiparare i diritti degli omosessuali nell’ambito di una legislazione sui diritti alla famiglia è inascoltata, e cade nell’indifferenza e nel silenzio.
E questo è solo un esempio. Ne potremmo fare a decine, magari a proposito delle parità di diritti e opportunità per donne e migranti, altri esempi, brutti esempi che però confermano questa nostra tesi. L’Europa è nata come disegno di una politica conservatrice e di destra.
Un altro esempio è di queste ultime ore, dopo i risultati della tornata elettorale del 6/7 maggio 2012… Perché nessuno si chiede come mai la Grecia, un Paese ancora presente nella UE, ha nel suo Parlamento un partito neonazista? Proprio in questa Europa devastata dalla guerra scatenata dalle ideologie nazifasciste? Mentre resta separata da un muro insuperabile la Russia comunista, quella nazione che, ironia della sorte, tanto contribuì a salvare gli europei dal flagello hitleriano…
Mi si dirà che vi sono trattati e accordi, ma tutti sappiamo bene che i politici se vogliono possono tutto modificare, ne è un esempio l’affare Bin Laden: amico di comodo contro i Russi al tempo della Guerra fredda, e poi nemico e basta al successivo cambio di disegno politico. Cos’è di fronte al cambiamento di atteggiamento nei confronti dello “sceicco del terrore” la modifica di un codice, di un trattato? Nulla, in realtà nulla se c’è una volontà…
Ma a questa istituzione europea frutto dei giochi e del trasformismo del capitalismo i comunismi danno fastidio più delle dittature, come anche alla grande America seppure oggi costretta a dipendere dagli investimenti di quella Cina “comunista” che un tempo avrebbe combattuto e solo avversato. Oggi dipendiamo tutti dallo sporco trasformismo del capitalismo, un capitalismo immorale e senza ideali, che è disposto a dimenticare i fatti di piazza Tien-an-men pur di continuare a regnare e a proliferare.
IN ITALIA LGBT SENZA DIRITTI
E in Europa il gioco è ancora più sporco. Così assistiamo al presidente del PDL, Silvio Berlusconi, che corre a festeggiare fuori dai confini italiani l’incoronazione del suo amico Putin, mentre in Patria continua ad agitare lo spauracchio dei “Comunisti che mangiano i bambini”… E noi scemi e ciechi e sordi…
E le incongruenze e le follie non hanno fine… Mentre nel mondo si riconoscono i diritti delle persone omosessuali, qui in Italia ci si scaglia contro gay e lesbiche ricorrendo ai principi della Chiesa, la Chiesa che non c’è più, quella che si arrocca in Vaticano, e che non ha niente più da spartire con altri sacerdoti, altre storie di fede che si consumano nel disagio che dilaga e porta la gente al suicidio.
Ma gli omosessuali sono tanti, persino in Europa lo hanno capito, e qualche diritto glielo hanno concesso. Qui da noi, qui dove sono onorevoli persone come Giovanardi, invece si è preferito negare agli omosessuali qualsiasi diritto. Anche se l’Europa ci aveva ufficialmente “richiamati”…
Ma tanto si sa, i richiami dell’Europa, quelli veri, riguardano solo la finanza, i conti, il rispetto delle direttive di Angela Merkel, per il resto … amen! Per il resto si recita a soggetto, per la buona pace degli idealisti di sinistra che avevano sognato l’Europa.
E’ chiaro, è fin troppo evidente, ma lo stesso ci sono domande che continuano a mordermi: perché tacciamo? Perché chiniamo la testa? Perché i sedicenti Partiti di Sinistra europei non iniziano a pretendere coerenza e uguaglianza all’Istituzione europea?
LA CULTURA EUROPEA
E c’è ancora qualcos’altro a mordermi: la cosiddetta “cultura europea”. Già a parlare di “cultura” un po’ mi vergogno, per quanti ne hanno sfruttato il nome stravolgendone il significato. Una cultura che – quando si tentò di dar vita a una Costituzione europea – alcuni volevano asservire a una presunta religione cristiano-giudaica… Questa Cultura europea che, per me, è di tutti e non è di nessuno, che ha mille rivoli di origine e che rispetto al resto del mondo rappresenta proprio uno splendido coacervo di diversità frammiste e sovrapposte nei secoli, da donne e uomini arrivati qui da ogni dove.
Una Cultura europea che ha avuto meravigliosi momenti di espressione, come durante l’illuminismo e le lotte operaie, quando ha imparato a coniugare i diritti e i principi di uguaglianza, e che poi è caduta preda di chi ha cercato con violenza di mischiare le carte e di portarci a dimenticare. Una Cultura europea che si è venduta ai mercati, alle leggi dell’economia cieca ed egoista del profitto per pochi. Una Cultura europea che, per chi ha diretto le fila per gli ultimi cinquant’anni, era inutile per la crescita dei fatturati. Cultura e Diritti sono diventati orpelli inutili in questa Europa e allora, scusatemi, questa vostra Europa non mi interessa.
Ma allora perché tacciamo? Perché chiniamo la testa? Perché i sedicenti Partiti di Sinistra europei non iniziano a pretendere coerenza e uguaglianza all’Istituzione europea?
LA SINISTRA ITALIANA TACE
La verità è tremenda ma è solo una: perché gli uomini e le donne che oggi incarnano la Sinistra, i politici che siedono sugli scranni di sinistra dei nostri Parlamenti europei hanno fatto il loro tempo, perché è ora che vadano a casa, lasciando i loro posti a donne e uomini nuovi, per i quali non sia discriminante la classe di appartenenza, ma la voglia di rappresentare il cambiamento.
Non sono le idee ad essere andate in soffitta, ma sono coloro che si ostinano a volerle rappresentare che sono marciti. E non è una questione di età, è solo una questione di logoramento. Quando Andreotti diceva che il Potere logora… chi non ce l’ha, giocava sporco, portava acqua al suo mulino. Il Potere politico non è un’acquisizione a vita. A noi ora occorrono persone nuove, gente diversa, disposta a svolgere un servizio agli altri, persone disposte a svolgere un’azione di volontariato, e non importa che età abbiano, non inneggiamo al giovanilismo cadendo in un altro errore.
Servono persone che abbiano voglia di spendersi anche a riequilibrare la bilancia europea, necessaria per cominciare a uscire dai particolarismi nazionali, occorre una politica finalmente equilibrata e sensibile alle necessità sociali degli europei, anziché al benessere primario dei Mercati.
Ho scritto della necessità di “donne e uomini per i quali non sia discriminante la classe di appartenenza” e lo sottolineo di nuovo con convinzione: non è importante la loro età anagrafica. Essi, invece, devono avere il bagaglio di una buona memoria storica unita a una trasparente ideologia fondata su eguali diritti e opportunità, indipendentemente dalle differenze economiche.
Si deve restituire valore all’Istruzione, alla Formazione, alla Cultura, a quella che si origina da secoli di contributi diversi, che non ha bisogno di rivendicazioni religiose né settarie.
In alternativa, possiamo restare a guardare, a portare l’acqua ad un mulino o ad un altro, temere i dictat dei Mercati e le scomuniche delle Chiese, essere moderati e simpatizzare con un Centro qualunquista e opportunista, fino a quando… Almeno fino a quando le genti non si saranno sufficientemente stancate e decideranno di spezzare la corda, alzare delle nuove ghigliottine e cambiare con forza il corso della Storia.
Sinistra, ti prego, svegliati prima che sia troppo tardi…