Caro Direttore,
sto seguendo la vostra campagna per liberare la Rai dai partiti. Personalmente non credo sarà mai possibile perchè il servizio pubblico risponde da sempre a logiche di spartizione fin da quando, ai tempi del pentapartito, Raiuno era democristiana, Raidue socialista e Raitre era nell’area del Partito Comunista.
Oggi tutto è cambiato ma non penso che i partiti smettano di considerare la Rai come un proprio feudo nel quale nominare (ed essere nominati ed ospitati), dai tg ai talk show. Lei pensa davvero che le cose cambieranno e che ai vertici di viale Mazzini saliranno candidati svincolati da Pd, Pdl, Idv, Lega ed altri?
Spero in una sua risposta
Alessandro Graziani
Caro Alessandro, tanta carne al fuoco in questa sua lettera e tante ne ho ricevute sullo stesso tema. Cercherò di rispondere sinteticamente promettendo di ritornare in maniera più esaustiva sull’argomento.
Lei ha ragione: la Rai è da sempre “terra di conquista” di partiti, governi (e aggiungerei lobbies almeno nell’ultimo periodo). Una lottizzazione che negli anni ha accontentato molti (ma non tutti). Partiti di governo (per la gran parte) e di opposizione (in misura assai minore).
Ciò che è cambiato negli ultimi anni non è tanto la maturata consapevolezza degli stessi partiti della necessità di fare un passo indietro ma il diffondersi di una nuova coscienza civile fra i cittadini/telespettatori/utenti che vorrebbero un’informazione diversa.
Penso che al crescente malcontento abbia fortemente contribuito l’anomalia di un quasi ventennio rappresentata da un presidente del Consiglio, che di fatto dominava sulle sei reti principali della televisione. Tre di sua proprietà e le altre tre (Rai) di fatto sotto il suo controllo essendo il governo azionista del servizio pubblico. Un’anomalia unica al mondo resa ancora più grave dalle tante epurazioni, censure, manipolazioni ordinate (e spesso ottenute).
La situazione adesso sembra stia cambiando e il governo Monti appare orientato a cambiare le cose anche sulla Rai (fermo restando che fino quando non sarà superata la Legge Gasparri sarà difficile una totale inversione di rotta).
Presto o tardi tuttavia penso ci si dovrà arrivare auspicando un servizio pubblico sul modello della Bbc veramente autonomo dal controllo e dal condizionamento di governi e partiti e magari, nel prossimo futuro, nei talk show o nei telegiornali vedremo meno esponenti politici e più soggetti autorevoli e competenti nelle materie di competenza.
Sarebbe ben più interessante che in un telegiornale o in un programma di approfondimento ad esempio sul tema della scuola fossero interpellati professori e studenti, presidi e bidelli e cioè coloro che sono più titolati a parlarne perchè quell’ambiente lo vivono quotidianamente tra mille difficoltà. E questo vale in tutti gli altri campi.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Stefano Corradino