Dopo il presidio del 4 maggio scorso, a Viale Mazzini, ad iniziativa della Cgil, Cisl, Snater, (presidio che ha visto anche la partecipazione di Articolo 21, Moveon Italia, i Gruppi Indignerai e La Rai Siamo Noi) , da ieri è in corso la consultazione dei lavoratori per sfiduciare pubblicamente i vertici Rai. I risultati saranno annunciati in una conferenza stampa l’11 maggio. E oggi, 9 maggio, blocco della produzione televisiva e radiofonica, dalle 19 alle 21. Da 29 mesi è scaduto il contratto nazionale di lavoro, ma la manifestazione non è stata indetta soltanto per giuste rivendicazioni economiche – dichiarano in una nota Slc Cgil, Fistel Cisl e Snater – La mobilitazione straordinaria è per la difesa della struttura industriale della Rai, per la modifica della governance, per il cambiamento radicale dei vertici aziendali che in questi ultimi 3 anni hanno prodotto danni pesantissimi all’azienda di servizio pubblico: perdita del contratto con Sky pari a meno 425 milioni in 7 anni; perdita di importanti conduttori, artisti e programmi con un calo di pubblicità pari a 50 milioni solo nel biennio 2010-2011; indebitamento nei confronti delle banche per 350 milioni di euro; riduzione dei contratti commerciali, alcuni dei quali relativi all`utilizzo degli impianti trasmittenti per 150 milioni di euro; blocco degli investimenti tecnologici; blocco salariale e della crescita professionale dei lavoratori dipendenti”.
“Se la Rai fosse gestita da persone qualificate e indipendenti, grazie alla professionalità delle sue maestranze, potrebbe uscire dalla stretta soffocante di questi ultimi anni” ‐ affermano i sindacati. Nell’anno che non prevede gli esorbitanti costi per l’acquisto dei diritti sportivi e segna un incremento delle entrate da canone, il vertice aziendale Rai ha raggiunto uno stentato pareggio di bilancio, mentre Mediaset, nonostante sia anch’essa colpita pesantemente per la crisi della pubblicità, sua principale fonte di sostentamento, fa registrare un utile di 200 milioni di euro senza smantellare nessun asset. Infatti, mentre il vertice Rai, chiude settori importanti come Rai Internazionale, Rai Corporation e Uffici di Corrispondenza solo per citarne alcuni, Mediaset rilancia la sua capacità ideativa e produttiva negli stessi settori. Mentre Rai ipotizza la cessione degli impianti trasmittenti (dopo aver speso 500 milioni per il passaggio al digitale terrestre), Mediaset li acquista (Dmt) candidandosi ad essere il primo se non unico operatore di rete sul territorio nazionale.”
I sindacati denunciano una gestione che ha portato ad un calo, sull’anno 2010/2011, di circa 50/60 milioni di euro in pubblicità, con un differenziale tra il 2007 ed il 2011 di 270 milioni di euro. Il risultato è che la Rai perde fette rilevanti di mercato e si sostenta per il 55% con le entrate da canone. A questo si somma un calo delle entrate commerciali, in parte relative alla perdita di contratti per il fitto di spazi trasmittenti con società di telecomunicazioni o emittenti private, per circa 100 milioni di euro rispetto al 2008.”