La richiesta della istituzione di una Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro e` stata avanzata, oltre che da molte associazioni dei familiari delle vittime, dagli operatori del settore ed in particolare dai magistrati di Torino che, in questi ultimi mesi, hanno portato a conclusione i processi per il rogo alla Thyssen e per i decessi causati dall’amianto (processo Eternit), sulla base del presupposto che le indagini sulle cause degli infortuni richiedono il coordinamento tra diverse specializzazioni, professionalita` e diversi livelli di competenza, tali da far compiere il necessario salto di qualita` al faticoso lavoro di prevenzione e contrasto meritoriamente portato avanti negli ultimi anni.
In piu` di un’occasione si e` levato alto il monito del Presidente della Repubblica che, nel ribadire l’inaccettabilita` degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche, ha richiamato le forze di Governo ad un maggiore impegno per dare concretezza a forme piu` adeguate di tutela, in modo da assumere tutte le misure necessarie per assicurare il rispetto delle norme poste a garanzia della vita e dell’integrita` fisica dei lavoratori.
Gia` oggi alcune delle maggiori procure hanno individuato sezioni specializzate che si occupano della materia antifortunistica, purtroppo però incontrano i limiti posti dall’ordinamento giudiziario sulla permanenza nella medesima sede dopo un determinato numero di anni.
Infatti l’articolo 19 del decreto legislativo 5 aprile 2006, n. 160 stabilisce che i magistrati che esercitano funzioni di primo e secondo grado possono rimanere in servizio presso lo stesso ufficio svolgendo le medesime funzioni o comunque nel medesimo gruppo di lavoro nell’ambito delle stesse funzioni, per un periodo stabilito dal Consiglio superiore della magistratura con proprio regolamento tra un minimo di cinque e un massimo di dieci anni a seconda delle differenti funzioni.
La norma, che nella sua ratio generale è condivisibile, rischia tuttavia di minare l’efficacia della specializzazione dei magistrati in particolari settori e, segnatamente, una attivita` svolta in gruppo (pool) e che ha segnato nel nostro Paese successi importanti dell’amministrazione giudiziaria. In altri termini, smembrare i gruppi di lavoro significa indebolire l’azione di indagine e colpire quel modello di organizzazione del lavoro che ha permesso di celebrare, con successo, importanti processi in tempi celeri, indagini accurate e, in definitiva, di assicurare giustizia alle vittime di peculiari reati, con particolare, ma non esclusivo, riferimento a quelli riguardanti la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Uno dei pool che rischia lo smembramento è proprio quello della Procura della Repubblica di Torino guidato dal Dr. Guariniello.
Aver seguito da vicino come parte civile i casi giudiziari della Thyssen e di Eternit mi ha convinto ancor di più dell’importanza nel settore degli infortuni sul lavoro della specializzazione della magistratura, del lavoro di squadra e di coordinamento fra le diverse procure.
Per questo come legislatore ho presentato un ddl a febbraio 2012 che si propone di escludere dalla «ghigliottina» decennale i magistrati che esercitano funzioni giudicanti e requirenti di primo e secondo grado addetti alle sezioni e ai gruppi di lavoro specializzati, proprio per patrimonializzare la competenza dei magistrati che abbiano acquisito una consolidata esperienza professionale nell’ambito dei pool, connessa al loro grado di specializzazione.
Più di recente invece sulla Procura nazionale altro disegno di legge che individua una Procura della Repubblica specializzata e con competenza estesa a tutto il territorio nazionale in grado di affrontare efficacemente le ipotesi di reato di maggiore gravita`.
L’idea è quella di una Procura nazionale competente a sovrintendere e coordinare le indagini di polizia giudiziaria e a promuovere ed esercitare l’azione penale per i reati in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; un Procuratore nazionale che sovrintende e vigila sull’esercizio dell’azione penale in materia antifortunistica esercitando altresì funzioni di impulso nei confronti dei
procuratori distrettuali al fine di promuovere e rendere effettivo il coordinamento delle attivita` di indagine, di garantire la funzionalita` dell’impiego della polizia giudiziaria nelle sue diverse articolazioni e di assicurare la completezza e tempestivita` delle investigazioni.
Una visione unitaria e coordinata del fenomeno della sicurezza sul lavoro che consentirebbe un piu` efficace contrasto, favorendo anche l’apertura di scenari giudiziari finora inesplorati in questo settore (le ipotesi di disastro, il delitto di omissione di cautele antinfortunistiche e cosı via) e, soprattutto, offrendo un punto di riferimento ai tanti organi di vigilanza che operano in questo campo.
Un simile organo, potrebbe inoltre piu` agevolmente interloquire con le autorita` giudiziarie di altri paesi nei casi di maggiore complessita`. Modelli europei non mancano, a cominciare dall’esperienza francese del «pool de la santé».
Faccio un appello al Guardasigilli e alle forze politiche perchè in questo scorcio di fine legislatura si lavori per istituire la Procura Nazionale per la sicurezza sul lavoro.
* Senatrice. Componente Commissione di inchiesta sul fenomeno sugli infortuni sul lavoro