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Proclamati i vincitori del primo premio nazionale “Gruppo dello Zuccherificio” per il giornalismo di inchiesta

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Ieri sera, 11 maggio 2012, la giuria presieduta da Loris Mazzetti e composta da Carla Baroncelli, Gaetano Alessi, Giorgio Santelli, Giovanna Pasi, Pierluigi Senatore, ha decretato i vincitori del primo premio nazionale “Gruppo Dello Zuccherificio” per il giornalismo d’inchiesta. E’ successo a Conselice, la città che ospita l’unico monumento italiano alla libertà di espressione. 66 le inchieste provenienti da tutta Italia.

Due le categorie definite dal “Gruppo dello Zuccherificio” . Per quanto riguarda la categoria dei “Giovani”, sotto i 35 la giuria ha proclamato vincitori
– Primo premio: GIULIA BONDI (Galatea)
– Secondo premio: RAFFAELLA COSENTINO (Repubblica.it)

Per la categoria “Regione Emilia Romagna”:
– Primo premio: MICHELE AZZU (Espresso.it)
– Secondo premio: VINCENZO MALARA (Qui)

La giuria ha inoltre voluto dedicare una Menzione Speciale a FRANCESCO RUTA, giornalista ventenne estendendola alla sua redazione, quella de IL CLANDESTINO.

Infine il premio Honoris Causa per la carriera e la passione con la quale si è dedicato al giornalismo d’inchiesta sarà consegnato a RINO GIACALONE.  A lungo corrispondente da Trapani per La Sicilia, è una delle penne più graffianti del giornalismo siciliano. Ha collaborato e collabora con il mensile di Libera “Narcomafie”, sul sito Libera Informazione. Preparato e inflessibile nel raccontare le vicende di mafia del trapanese.  Giornalista scomodo, talmente scomodo da essere allontanato dalla testata Siciliana per cui lavorava. Oggi è anche uno dei blogger del Fatto Quotidiano  e anche attrraverso quel giornale continua a raccontare la mafia Trapanese, la ricerca di Matteo Messina Denaro, gli affari tra mafia e politica corrotta di quel territorio. Perchè nel Trapanese la mafia è come la corrente elettrica. Non si vede ma uccide.

La premiazione ufficiale con la presentazione delle inchieste e assegnazione del premio sarà effettuata domenica 27 maggio a Ravenna durante la serata conclusiva del “Grido della Farfalla” il meeting della libera informazione organizzato sempre dal Gruppo dello Zuccherificio.

Ma a Conselice, dopo la proclamazione dei vincitori, si è parlato di libertà di informazione. La giuria del premio si è confrontata in una tavola rotonda di fronte ai cittadini che avevano riempito la sala consiliare del Comune. Unica nota stonata della serata, proprio il monumento alla libertà di informazione e alla stampa clandestina.

La famosa pedalina, ovvero la stampatrice a pedale di fattura ottocentesca che è il cuore del monumento, aveva una piazza tutta per sè.  La vecchia macchina da stampa utilizzata dagli stampatori clandestini, che durante la lotta di Liberazione lavoravano ininterrottamente per stampare  fogli di libertà come Il Garibaldino, il Combattente, L’Unità, L’Avanti, La Voce repubblicana, Terra e Lavoro, La Scintilla, Noi Donne, non è più sola in quella piazza. La macchina che sotto terra produceva una copia ogni sei pedalate di volantini e manifesti utili alla logistica della guerra di Liberazione, non è più sola con le bandiere italiane, con i ricordi delle staffette partigiane. A fianco della pedalina, a tre metri non di più è sbocciata una Coop. Un negozio tecnologicamente avanzato. Anzi, il più avanzato d’Europa. Energia solare per farla funzionare, risparmio energetico, acqua filtrata libera per i cittadini. Ma pur sempre una Coop, un negozio, un commercio. Per carità, sarà pur sempre una Coop rossa, una delle conquiste di libertà. Ma sempre di commercio si tratta. Onestamente questo binomio l’avrei evitato!


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